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Ippoliti fuor d'acqua

Telecommando - La nuova Domenica Sportiva sembra nata all'insegna dell'improvvisazione, fra la grottesca Cassazione e la necessità di inventarsi uno spazio comico per contrastare Controcampo. Ma la migliore comicità è sempre quella involontaria...

Redazione

27 settembre 2010

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Se a un certo punto guardando la Domenica Sportiva sentite uno strano rumore, una specie di disperato “pop pop” fatto con la bocca , è inutile che imprecando vi mettiate a smanettare con il telecomando. Non è un problema del televisore, né un disturbo dell’antenna: è Gianni Ippoliti che annaspa, come un pesce che sta boccheggiando fuori dall’acqua. Questa edizione del programma più antico della tv italica è davvero ricca di stranezze. Fantastica la Cassazione, con i responsi della moviola che vengono dati dopo una settimana, ma su casi insensati: per esempio domenica prossima sapremo la verità su un contrasto gamba tesa contro testa abbassata in area dell’Inter di cui non si deve essere accorto neppure la voce della Roma Carlo Zampa. E quanto a Bacconi e al suo magma mentale, dovremo pur parlarne una volta. Ma la stranezza più strana di tutte è la presenza di Gianni Ippoliti. Che si spiega benissimo, da un certo punto di vista: partito Teocoli, che in modo davvero commovente è restato fedele fino all’ultimo a Massimo De Luca, cacciato a pedate dopo aver osato far bene il proprio lavoro, serviva un comico per contrastare Ciccio Valenti di Controcampo. Ora, a parte che forse i veri comici della trasmissione di Mediaset sono altri (non facciamo i nomi per evitare grane legali a Marani), a parte questo di un comico non si sentiva davvero la mancanza. Teocoli andava benone perché di calcio ne sa, interveniva nel dibattito in modo pertinente, non faceva solo battute. Anche Ippoliti di calcio ne sa, è stato arbitro per anni in gioventù, ma è evidente che non l’hanno preso per questo, ma perché ama di amore sincero la Rai e più volte – in qualunque trasmissione – si è prestato al ruolo di tappabuchi. La scena, conoscendo la Rai, dev’essere andata suppergiù così: una settimana prima dell’inizio della serie A qualche dirigente si dev’essere detto, “Ahò, ce serve ‘n comico. Chi ce mettiamo? Dunque de Sica è della Lazio e poi c’ha er cinepanettone e gli spot, Papi Ultras minimo non c’ha la tessera der tifoso. Boh, proviamo con Ippoliti”. Il quale, chiariamolo, è stato uno dei personaggi migliori della tv italiana e lo diciamo seriamente. Tante sue idee, da Provini a Dibattiti fino a Q come cultura (per noi la migliore di tutte) sono state una riflessione sarcastica e un po’ intellettualoide sul linguaggio della tv, su miti, follie e fesserie dell’etere. Ma proprio per questa sua riflessività un po’ surreale e un po’ sfasata rispetto al comune pensare (il meglio lo ha dato nella nicchia di Raitre, tv di massa solo per modo di dire), nulla c’entra con la Domenica Sportiva. E infatti Ippoliti si limita a cercare qualche gag con Bacconi e – essendo stata la sua presenza decisa last minute, fuori tempo massimo per ideare qualcosa di nuovo - a riproporre un suo cavallo di battaglia, la finta rassegna stampa. Che però non funziona per niente. Per tre motivi. Primo, è una cosa di ormai 20 anni fa, riproposta in mille trasmissioni, il giochino è chiaro e non diverte più molto: ormai interessano poco i giornali veri, pensa quelli finti. Secondo, è troppo raffinata per una trasmissione dove per forza devono trionfare il nazional-popolare e il livello terra terra, visto l’argomento e chi ne discute. Esempio, ieri il falso Corriere, prendendo spunto dai rinvii dello sciopero dei calciatori e della 18° di campionato, titolava: “Napolitano: si ponga fine ai rinvii. Ma Berlusconi avverte: rimandare è mandare due volte”. E il falso Messaggero: “Casini: i vostri conti non tornano più. Impossibile che la 18° venga dopo la 20°”. Sono prese in giro raffinate del linguaggio della politica e dei suoi luoghi comuni, ma chi le capisce, alla Domenica Sportiva? Terzo motivo, spesso Ippoliti si innamora di un gioco di parole e lo ripropone a raffica, estenuandoci. Al terzo titolo sulla Ferrari che trionfa accompagnato da una foto di Paola Ferrari non se ne può più. Morale: tolte la rassegna stampa e una battuta a Bacconi, Ippoliti tace, ospite non pagante in studio. Forse si chiede anche lui cosa ci fa lì. O forse, come ogni pesce che si rispetti, fuori dall’acqua boccheggia in silenzio. Livio Balestri

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