L'Inghilterra sta per scendere in campo seriamente per il Mondiale 2018, dopo il vago interesse finora manifestato per l'edizione 2022. David Dein, presidente del comityato promotore, ha infatti spiegato che l'Inghilterra si ritirerà dalla corsa per il 2022 se gli Stati Uniti si ritireranno dalla corsa per il 2018. Niente di troppo bizantino: Blatter ha infatti lasciato filtrare (così si dice in giornalistese) che l'edizione 1994 è troppo vicina per poter pretendere un nuovo Mondiale americano nel 2018. Va anche detto che allo stato attuale gli Stati Uniti rimangono ancora candidati sia per il 2018 che per il 2022 e che le corse per le due edizioni sono collegate: infatti il comitato esecutivo della FIFA deciderà su entrambe le assegnazioni il prossimo 2 dicembre a Zurigo. Sullo sfondo varie manovre, più o meno sotterranee: Platini vorrebbe l'edizione 2018 nel suo continente dopo due Mondiali extraeuropei, l'Asia sta organizzandosi per il 2022 (Qatar favoritissimo, poi Sud Corea e Giappone ma questa volta in maniera disgiunta) su cui ha qualche mira anche l'Australia. Dopo il 2002 Blatter non è più un grande fan delle candidature congiunte (in piedi ci sono Spagna-Portogallo e Olanda-Belgio), anche se politicamente potrebbero tornargli utili, mentre la Russia ha meno sostenitori in giro per il mondo di quanti ne abbia trovati Dein. Previsione: Inghilterra 2018 e Qatar 2022. Di sicuro fra due mesi l'anziano Blatter metterà il suo marchio sul calcio sul calcio del prossimo decennio e forse anche su quello successivo. Il significato politico di un Mondiale in un paese musulmano non sfugge a nessuno, tantomeno a lui.