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Faccetta Nuri

Bert van Marwijk, attuale ct dell'Olanda, è stato il primo ad intuire ed a testare le potenzialità di Nuri Sahin

Redazione

3 novembre 2010

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L’attuale ct dell’ Olanda Bert van Marwijk non ha lasciato particolari ricordi sulla panchina del Borussia Dortmund. Eppure in Westfalia rimarranno grati per parecchio tempo al tecnico oranje, il primo ad intuire ed a testare le potenzialità di Nuri Sahin, uno di pilastri del Borussia Dortmund attuale capolista solitario della Bundesliga. Figlio di turchi immigrati in Germania dall’Anatolia, il classe 88 Sahin ha debuttato in Bundesliga nel 2005 all’età di 16 anni e 355 giorni, gettato nella mischia proprio da Van Marwijk. Due anni dopo, l’allenatore lo ha voluto in prestito al Feyenoord, dove gli è stata offerta l’opportunità di disputare un’intera stagione da titolare senza preoccuparsi troppo della concorrenza. “E’ stata un’annata da 6.5 sotto il profilo del rendimento in campo”, ricorda Sahin, “ma da 10 dal punto di vista formativo”. Nato trequartista nelle giovanili del Borussia Dortmund, in Olanda Sahin ha allargato il proprio bagaglio tattico, giocando come interno oppure da play-maker davanti alla difesa. Una posizione, quest’ultima, che oggi lo vede primeggiare nelle classifiche di rendimento del campionato tedesco. A 22 anni, Sahin è maturo per i grandi palcoscenici. Titolare in tutte e 17 le partite ufficiali disputate fino ad ora dal Borussia Dortmund, il nazionale turco ha già raccolto un bottino di 5 reti (ad un solo gol dal suo primato personale, stabilito nel Feyenoord) e altrettanti assist, tre dei quali nel 5-0 rifilato al Kaiserslautern alla quinta di campionato. Logico che il suo nome sia già stato accostato al Bayern Monaco, il club notoriamente destinato a fare razzia di tutti i migliori talenti che emergono in Bundesliga. Louis van Gaal si è trincerato dietro un commento sibillino: “non posso confermare alcun interesse, perché se lo facessi mancherei di rispetto ai miei due titolari al centro della mediana, Schweinsteiger e Van Bommel”. Ma con il centrocampista olandese ormai prossimo a rientrare in patria, quella che porta a Sahin resta una pista particolarmente calda. Sahin avrebbe potuto essere l’ennesimo esempio della Germania giovane e multirazziale che va tanto di moda in questo periodo. Campione d’Europa under-17 nel 2005, terzo miglior giocatore al Mondiale di categoria nello stesso anno, pochi mesi dopo il giocatore debuttava nella nazionale maggiore. Quella turca però, frutto di una scelta legata alle proprie radici. Il succo del discorso però non cambia. In Germania a 22 anni si è giovani per l’anagrafe, non per giocare titolari nella capolista del campionato.

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