Il proverbio dice che non c’è due senza tre. Pertanto il Groningen terzo in classifica nella Eredivisie a due giornate dalla chiusura del girone di andata, può legittimamente sperare nel bersaglio grosso. Dopo l’Az Alkmaar nel 2009 e il Twente nel 2010, i bianco-verdi rappresenterebbero la terza sorpresa consecutiva in un campionato fino a poco tempo fa fortemente caratterizzato dal dominio delle solite due-tre squadre. Groningen campione d’Olanda? Difficile, anzi, difficilissimo. Però fino a quando i numeri sono dalla loro parte e l’entusiasmo viaggia a mille (mai la squadra era partita così bene nella sua storia), sognare non costa nulla. A differenza dei citati Az e Twente, il Groningen non ha alle spalle una struttura economica tale da poter ambire al top. Nessun facoltoso banchiere (come l’ex patron dell’Az Dick Scheringa) né alcun illuminato editore (Joop Munsterman, l’attuale presidente del Twente) per questa società di provincia che si finanzia attraverso le obbligazioni (costo singolo pari a 25mila euro l’una) e uno scouting di rara efficacia. Dal 2002 ad oggi infatti la cessione dei giocatori ha portato nelle casse societarie circa 50 milioni di euro, ovvero tre volte il budget societario. Nomi quali Arjen Robben, Marcus Berg, Luis Suarez, Bruno Silva, Jordi Hoogstrate, Erik Nevland e Rasmus Lindgren testimoniano le capacità del club nell’ambito della valorizzazione del proprio “capitale”. Degna di nota la gestione dell’affare Lindgren; svincolato dall’Ajax, il Groningen lo ha ingaggiato a parametro zero e, dopo un’ottima stagione da titolare in mediana, lo ha rivenduto a 2.5 milioni di euro proprio agli ajacidi. Accanto all’indubbia dabbenaggine della controparte non si può negare uno spiccato fiuto per gli affari del club professionista più settentrionale d’Olanda. Oggi il Groningen vola con una squadra priva di stelle ma che annovera numerosi elementi interessanti, dal difensore-goleador Andreas Granqvist, nazionale svedese, alla punta slovena Tim Matavz fino al neo-acquisto Dusan Tadic, attaccante di movimento più propenso al passaggio smarcante (7 assist finora) che alla conclusione a rete, ma anche giocatore duttile capace di adattarsi, sempre partendo da sinistra, a più moduli (4-3-3, 4-5-1, 4-4-2, 4-2-3-1, il tecnico pietre Huistra ama variare molto). Da segnalare il ritorno all’ovile del trequartista Gonzalo Garcia Garcia, esiliato lo scorso anno al Vvv per evidente incompatibilità tattica con l’allora tecnico Ron Jans, il cui 4-4-2 non prevedeva alcun numero 10. Finora Garcia, che ama farsi soprannominare “Recoba” (contento lui…), non ha tradito le attese. Il veterano Luciano tra i pali e l’ex under-21 finlandese Tim Sparv in mediana completano una compagine decisamente interessante.