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È finita Calciopoli

Redazione

6 dicembre 2010

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Giusto un anno fa, alla quindicesima giornata, la Juve di Ciro Ferrara si imponeva sull'Inter di Mourinho e il Milan di Leonardo rifilava tre gol alla Samp, issandosi al secondo posto dietro ai cugini nerazzurri. La classifica recitava così: Inter 35, Milan 31, Juventus 30. Tutti pensavano a un campionato aperto, che in realtà solo la Roma seppe tenere vivo grazie a un'esaltante rimonta in primavera. Oggi, 6 dicembre, il Diavolo ha appena due punti in più del campionato scorso, non tanti, ma sufficienti a garantirgli il primo posto davanti alla bella Lazio di Reja, e Madama ne ha addirittura tre in meno, ricordato che dalla sedicesima iniziò un tracollo (sconfitte contro Bari e Catania) difficile da ipotizzare nuovamente. Ma è chiaro che il rinnovato duello Milan-Juventus, sfida che a questo punto sembra valere lo scudetto 2011, è stato creato dai 12 punti in meno dell'Inter. Un'enormita, quasi uno in meno a giornata. Un'assenza che chiama in causa Calciopoli. O la fine di essa, almeno sul campo. Questi cinque anni - senza le dietrologie e le guerre di religione che si scatenano ogni volta al solo parlarne - sono stati contrassegnati dai fatti dell'estate 2006. Fu lì che una certa Juventus cessò di esistere, costretta alla punizione della Serie B. Ne nacque un'altra che ha viaggiato per illusioni ed errori, fino a quella di oggi che ne è la risultante. Con lei il Milan, che malgrado la Champions vinta nella primavera successiva allo scandalo, non ha più investito sul mercato, quasi che le scorie di quella vicenda avessero tolto entusiasmo alla proprietà. In mezzo alla crisi grave e profonda due grandi decadute, si inserì l'Inter di Moratti, che godette del primato ereditato sul campo e di quello poi costruito con abilità da Branca sul mercato. Ma oggi quella leadership non c'è più, evaporata insieme alla partenza di Mourinho e al primo mercato di depotenziamento dopo molti anni. Tutto prevedibile fin da settembre, soprattutto se dall'altra parte dei Navigli venivano presi Robinho (sorprendente la sua applicazione, non certo la sua classe) e Ibrahimovic (uomo-scudetto per antonomasia) e se la Juve - tra acquisti più o meno condivisibili - continuava a mettere milioni di euro freschi. L'Inter ha pensato di godere di un grande vantaggio, che nei fatti non c'era più, di vivere di rendita come capita a tutti gli Imperi in decadenza. E ha pagato la fine del suo ciclo, guardacaso durato un lustro come quello della Juve degli Anni 30 e del Grande Torino. Oggi, con i nerazzurri prossimi alla trasferta di Abu Dhabi, si è iniziata a scrivere un'altra pagina del calcio italiano. Benitez come Romolo Augusto?

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