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Come nasce una copertina

Redazione

10 dicembre 2010

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Una delle cose che fanno sempre discutere i lettori - molto spesso in maniera stimolante e costruttiva - è la scelta dell'immagine e del titolo di prima pagina del Guerino. Tanto che qualche volta ho anche pubblicato sul giornale "L'altra copertina", per mostrare le alternative pensate in redazione ma al dunque non andate su. Stavolta, scelgo il web per raccontarvi la genesi della copertina su Eto'o, che trovate nel nuovo numero del Guerino in edicola da questa mattina in tutta Italia (a proposito, in caso di ritardo mi farebbe piacere che lo segnalaste). L'idea di mettere un interista nasce da lontano, diciamo già da qualche mese, quando abbiamo guardato al calendario degli eventi dell'anno. La scelta del tema principale, vista la coincidenza del Mondiale per club, pareva obbligata. Dopo la Champions e il Mondiale, considerando oltretutto che sarà impegnata un'italiana, è l'avvenimento principale della stagione. Ma come raccontare l'evento, sapendo che un mensile non è un quotidiano e non può farlo giorno per giorno? Abbiamo puntato sulla grande penna di Adalberto Bortolotti per quello che è un articolo a metà tra il gioco e l'analisi. Ossia la scelta dell'undici ideale tra l'Inter di oggi e l'ultima ad avere vinto un'Intercontinentale, mi riferisco ovviamente a quella di Herrera che la conquistò nel '64 e nel '65. Un undici che non mancherà di fare discutere, ma in questo caso il giurato è la migliore garanzia possibile. Intanto perché Bortolotti è Bortolotti, ovvero competenza e classe al massimo livello, e poi perché ha il vantaggio anagrafico (lui direbbe lo svantaggio) di averle viste entrambe all'opera. Non vi anticipo la squadra, vi lascio la sorpresa di leggerlo sulla carta, ma è comunque interessante il confronto, corredato dai ricordi di Sandro Mazzola sulle finali da lui giocate oltre Oceano. Legato a questo, abbiamo narrato l'intera storia della Coppa Intercontinentale, dal 1960 a oggi, con il corredo delle immagini. Ne sono uscite circa venti pagine di romanzo, che nella mia visione devono differenziare il Guerino dai quotidiani o dalle tv, tutti prese dal presente e ignari della storia. Una retrospettiva ad hoc. Scrivo tutto questo - al di là del piacere di condividere le scelte con voi - perché so che più di uno scriverà per sottolineare il disappunto per avere scelto l'Inter in un momento difficilissimo, certamente il peggiore dal 2006. Perché non Ibrahimovic o Quagliarella? Perché il Guerino - oggi ancora più di ieri, quando la cronaca lasciava spazi liberi da arare - deve essere una cosa che va al di là del giorno o della settimana, deve essere leggibile a lungo. Da collezione.

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