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La Lega divisa

Redazione

5 gennaio 2011

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Il 2010 archivia una Liga sempre più sbilanciata: Barça, Real Madrid e agli altri le briciole. Una condizione certamente radicata nella storia, ma aggravata da uno squilibrio interno di risorse cui andrà messo obbligatoriamente mano nel prossimo futuro, onde evitare il sorpasso in termini di competitività della Bundesliga. Il punto fondamentale i diritti televisivi: in Spagna ogni squadra stipula il proprio contratto con le televisioni, e ciò inevitabilmente destina gran parte della torta alle due grandi storiche. Questo può spiegare in buona parte le ricorrenti goleade di Barça e Madrid contro le squadre di rango medio-basso, ma non spiega tutte le difficoltà della Liga. Una buona parte di colpa va ad outsiders incapaci di crescere: nessuno chiede ad Atlético Madrid, Sevilla e Valencia di lottare per il campionato, ma almeno tener testa negli scontri diretti con le grandi e nelle competizioni europee. A una visione più approfondita sono queste le squadre maggiormente responsabili della scarso appeal della Liga attuale, molto più che le squadre medio-piccole con poche risorse dai diritti televisivi ma comunque relativamente valide (per fare un esempio, due delle squadre più interessanti del campionato sono Espanyol e Real Sociedad). L’Atlético è sul punto di fallire quell’evoluzione promessa con la vittoria della Supercoppa Europea: da squadra solida non è riuscita a trasformarsi in squadra dominante nel gioco, l’eliminazione dalla Uefa è inaccettabile e la strategia societaria lascia molto perplessi (Jurado va via per far cassa ma poi si spende per Elias che ha caratteristiche meno utili alla rosa… intanto parte pure Simão e la fascia sinistra rimane sguarnita…); il Valencia non riesce a definire una propria identità riconoscibile, e  sono tre anni ormai; il Sevilla è in caduta libera, fra operazioni di mercato sbagliate e una progressiva perdita di valore del parco-giocatori (il povero Kanouté non ha neanche diritto a iniziare il proprio declino, perché deve tenere tutto in piedi da solo), anche se il ritorno di Navas col nuovo anno non mancherà di rilanciare le ambizioni di quarto posto. C’è il Villarreal, che è un’eccezione per quanto gioca bene, ma non sono ancora chiari i margini di competitività del Submarino Amarillo, che non manca di regalare perplessità in alcuni momenti, come la sconfitta sul campo del Getafe, ottenuta per pura mollezza, con l’avversario in dieci per gran parte della gara. Insomma, i soldi spiegano tante cose, ma non tutte. (a cura di Valentino Tola)

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