Il gigantismo senza qualità del campionato 1919-20 viene replicato, anzi peggiorato, nell'edizione successiva del torneo. La FIGC, che nel frattempo si è ritrasferita a Milano, non riesce a dire di no alle richieste di allargamento che arrivano da ogni dove. Quanto ai comitati regionali, hanno tutto l'interesse ad aumentare le loro squadre di Prima Categoria a prescindere dal valore tecnico. E' così che i club più grossi provano smarcarsi dalla tutela federale, fondando una Lega antenata della Lega attuale: l'impulso arriva soprattutto da Juventus e Pro Vercelli, l'ideologia è quella del cosiddetto progetto Pozzo. In pratica un'idea del c.t. futuro bi-campione mondiale di riformare i campionati sul modello inglese: ne parleremo più avanti, perché il progetto Pozzo sarà l'anno seguente all'origine di una delle più grandi guerre nella storia del calcio italiano. Ma adesso siamo nel 1920 e il sogno di secessione tramonta dopo qualche settimana, con la vaga promessa di un calendario più razionale. Missione impossibile, visto che i comitati regionali hanno tutto l'interesse a far giocare più partite possibili della 'loro' Prima Categoria, comprimendo la fase finale. La Liguria aumenta di due unità le sue iscritte, il Veneto e l'Emilia scindono i loro tornei in una prima fase e in una fase finale. Ancora meglio, o peggio, fa la Lombardia dove c'è il maggior numero di squadre: sei gironi preliminari, poi il girone finale regionale. Il risultato di tutto questo è una fase finale che si disputa praticamente in estate, con le squadre ormai esauste.
Stefano Olivari