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Il Tulipano di Cecenia

Redazione

2 febbraio 2011

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Da Nelson Mandela a Ramzan Kadyrov, ovvero da un simbolo mondiale della libertà e della lotta per i diritti umani ad un paramilitare che nega la prima e calpesta i secondi. Per cinque milioni di dollari - questa la cifra indicata dalla stampa russa - Ruud Gullit ha accettato la panchina del Terek Grozny e, indirettamente, il ruolo di “testimonial” del controverso governo ceceno. Perchè Kadyrov, proprietario del Terek Grozny, è anche il Primo Ministro ceceno reggente. E la storia insegna che niente è più efficace dello sport, e del calcio in particolare, per dare una bella ripulita ad un’immagine internazionale non propriamente candida. Omicidi, torture, stupri, corruzione. Su Kadyrov e sui propri sgherri, la forza di sicurezza interna conosciuta come Kadyrovtsy, pesano un bel pò di accuse. L’amicizia di lunga data con Valdimir Putin si è recentemente raffreddata dopo che il Cremlino non ha gradito alcune manovre militari non autorizzate condotte da Kadyrov. Il boss della Cecenia è un tizio truce che vive in una villa con tigri e leoni e che poco più di un anno fa non ha esitato a manifestare il proprio consenso nei confronti del delitto d’onore, secondo la tesi che vede la donna quale proprietà del proprio marito. La carriera da allenatore di Ruud Gullit è in caduta libera dopo l’esonero dai Los Angeles Galaxy. Nemmeno prima però, tra Chelsea, Newcastle e Feyenoord, l’ex Tulipano Nero aveva brillato per acume tattico e capacità manageriali. Pochi del resto sono i fuoriclasse in campo – e Gullit lo è stato senza alcuna ombra di dubbio – che rimangono tali una volta passati in panchina. Gullit teorizzava il sexy football; difficile immaginare l’applicazione di questo concetto – qualunque cosa esso significhi e ammesso che un senso ce l’abbia davvero – al Sultan Bilimkhanov di Grozny, lo stadio che dal 2007 è tornato ad ospitare le partite casalinghe del Terek dopo anni di esilio a Pyatigorsk a causa della guerra in Cecenia. A Gullit viene chiesto di migliorare l’undicesimo posto del campionato 2010 (Kadyrov ha dichiarato di volere la squadra entro le prime otto). Il suo ingaggio però – difficile negarlo - è frutto di un calcolo politico prima che di una valutazione sportiva. Gullit non è nemmeno stata la prima scelta di Kadyrov. A fine 2010 il club aveva annunciato un accordo con l’ex nazionale spagnolo Victor Munoz, il quale però ha salutato la compagnia dopo appena una settimana. Il vice-presidente Khaydar Alkhanov ha parlato di contatti con l’olandese Martin Jol e lo svizzero Christian Gross, ma il tutto si è concluso con un nulla di fatto. Poi è arrivato l’ingaggio a sorpresa di Gullit. Toccherà a lui guidare un club fortemente sospettato negli anni passati di combine e corruzione. Dalle pagine di Metro, il giornalista sportivo Alexey Shunaev ha sollevato diversi interrogativi: “Esiste una sorta di patto di non belligeranza tra le squadre della zona del Caucaso. Se l’Anzhy è ospite del Terek nel giorno di festa di Grozny, perderà sempre. Poi il Terek restituirà loro il favore quando andrà nel Dagestan. Lo scorso anno giocarono una partita imbarazzante. L’importante è racimolare punti utili per non retrocedere”.

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