C’è un Comitato promotore per la candidatura di Roma a ospitare le Olimpiadi del 2020, e nonostante l’insistenza di Gianni Letta, non sarà Montezemolo a presiederlo. Ci penserà Mario Pescante, navigatissimo dirigente sportivo, salito fino alla vicepresidenza del CIO. Pare sia previsto un ruolo di rilievo anche per Franco Carraro.
Ora, lasciamo da parte la disastrosa eredità di “Italia 90”, quando Montezemolo presiedeva l’organizzazione dei Mondiali. Lasciamo da parte anche il fatto che Pescante avrebbe da fare anche in Parlamento, dove sta da tre legislature. E con un ultimo sforzo di volontà, dimentichiamo le promesse di uscita di scena di Carraro.
Ma come fa un italiano, ancorché mosso da sincero patriottismo, a sperare che i Giochi vengano assegnati a Roma, quando il signor Montezemolo fa sapere che non c’erano “le condizioni per accettare l’incarico”, e il retroscena ha il volto del ministro Tremonti, secondo cui le Olimpiadi non potranno disporre di alcuna copertura con risorse pubbliche?
Se è così, meglio ritirare la candidatura: quando mai i nostri “imprenditori”, per amore dell’olimpismo hanno rischiato un solo euro?