La vendetta è un piatto che va servito freddo. Ma non ditelo a
Luca Toni. Perché all'
Olimpico torinese si era ben oltre i 20 °C quando il centravanti bianconero infilava
Eduardo (definito «fortissimo» nel ritiro estivo di Neustift) con la classica zampata da animale d'area di rigore, ma soprattutto perché tra la firma con la Juventus, di cui si è detto tifoso in tenera età, ed il gol segnato contro il
Genoa sono passati appena 93 giorni. Pochi, anche per il frenetico mondo del calcio. Ma a
Luca Toni da Stella, frazione di Serramazzoni, nato a
Pavullo nel Frignano solo perché lì c'era l'ospedale più vicino, non deve importare molto della temperatura di questa sua rivalsa nei confronti di chi in lui aveva creduto in estate per poi ricredersi in inverno.
«Tre», come i gol segnati in campionato nel semestre genoano e come il voto per questo datogli dal presidente
Preziosi, adesso diventeranno semplicemente parte integrante del risultato maturato nell'ultimo mezzogiorno calcistico: Juventus-Genoa 3-2. Eppure era stato proprio Enrico Preziosi a «fare una pazzia» per
Toni in luglio, quando pur di strapparlo alla nutrita concorrenza gli aveva offerto un biennale da quattro milioni a stagione più uno di bonus. Il calciatore, dal canto suo, gongolava per la fiducia concessagli dopo la traumatica conclusione del rapporto con il
Bayern Monaco di van Gaal (a spasso dopo l'1-1 con il Norimberga) ed uno scudetto sfiorato con la Roma: e via di promesse, da quella di puntare il quarto posto all'augurio alle ali di vivere la miglior stagione della carriera. Tra un complimento ai compagni, le coccole dei tifosi ed un elogio alla società, però, è arrivato il momento di incominciare il campionato.
Pareva giunto il momento, per
Toni, di far ricredere i molti scettici: un contratto simile per un trentatreenne sembrava uno sproposito - difficile dal torto a chi la pensa così - ed il primo gol dopo tre giornate arrivava su rigore. Poi, contro il
Bari, al quinto minuto di recupero ecco l'incornata del 2-1: era l'inizio di ottobre, il gigante pareva essersi svegliato. Invece il letargo è continuato, almeno in Serie A, perché in
Coppa Italia sono arrivate due doppiette contro
Vicenza e
Grosseto, prima dell'ultima marcatura in rossoblu (Lecce-Genoa 1-3, quindicesima giornata) e le parole di fuoco di Preziosi. Quindi l'infortunio di Quagliarella e l'approdo di Toni alla corte di Delneri: sarà forse stato il tecnico friulano a fargli dimenticare il primo periodo dell'articolo?
Antonio Giusto
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