Processo della settimana
Imputato: Josè Mourinho, allenatore del Real Madrid
O lo si ama o lo si odia, lo Special One. Uomo carismatico, mai banale, qualunque cosa faccia. Arrivato in una notte di fine maggio a Madrid - con la medaglia della Champions Lague appesa al collo - e l'obiettivo dichiarato di contrastare e porre fine all'egemonia del Barcellona. In Spagna e in Europa. Lui, che era riuscito a portare la coppa dalle grande orecchie a Milano, sponda Inter, dopo 45 anni. Bottino? Secondo posto in classifica a -8 dai blaugrana, eliminazione (a meno di clamorosi miracoli) dalla Champions a opera degli stessi blaugrana. Nel mezzo, la vittoria della Coppa del Re. Il Real Madrid è ancora la seconda squadra di Spagna, Mourinho è colpevole o innocente in questo mezzo fallimento?
Colpevole, perché
1 - Il suo Real sembra una creatura incompiuta. Una squadra brava a difendere, ma che lascia qualche perplessità quando si tratta di attaccare. In campionato 3 sconfitte sono troppe e 9 reti in meno segnate rispetto al Barcellona, anche. La sensazione è che se non girano C. Ronaldo, Di Maria e Ozil, la squadra fa troppa fatica a segnare.
2 - Non ha mai creduto veramente in Benzema, soprattutto dopo l'infortunio di Higuain. Anzi, ha “costretto” la società ad acquistare Adebayor e nel match di Champions contro il Barcellona ha tenuto entrambi in panchina, facendo giocare Ozil come centravanti. Mossa che si è rivelata sbagliata. Infatti, il tedesco ha lasciato il posto al togolese.
3 - I contrasti con Valdano hanno minato il clima attorno al Real Madrid, un ambiente costantemente sotto pressione. Il suo atteggiamento da prima donna, non sempre ha portato a benefici. Anzi, la stampa, non lo ha mai amato.
4 - Il recupero di Kakà, uno dei più forti giocatori degli ultimi anni, di fatto non c'è stato. Il brasiliano ha avuto un ruolo da comprimario e il suo valore è calato sensibilmente.
5 - Ha sempre cercato alibi alle proprie sconfitte. Arbitri, in primis. Atteggiamento tipicamente Mourinhano che serve a proteggere lo spogliatoio dagli attacchi mediatici. Ma in alcune occasioni le sue sono sembrate esagerazioni patetiche.
Innocente, perché
1 - In meno di un anno non si può pensare di diventare più forte di una squadra - il Barcellona - che ha una filosofia di gioco, un'idea di calcio, radicata nel proprio dna da più di due lustri. In meno di 12 mesi era difficile avere la meglio su una squadra che ha può mettere in campo contemporaneamente giocatori di caratteristiche uniche come Xavi, Iniesta o Messi.
2 - È riuscito a dare al Real un organizzazione difensiva di assoluto livello. E' riuscito ad imporre lo spirito di sacrificio a gente come Ronaldo, Ozil o Di Maria. Atteggiamento che gli ha permesso di portare a casa la Coppa del Re. Trofeo che mancava al Real da tanti anni.
3 - Espulsione di Pepe. Nella sfida più importante dell'anno, la semifinale contro il Barcellona, fino a quando ha giocato in 11 contro 11, la partita era sullo 0 a 0 . Poi, quell'espulsione dubbia del centrocampista portoghese ha condizionato risultato, qualificazione e giudizio finale sullo Special One.
4 - Erano 6 anni che il Real Madrid usciva agli ottavi di finale della Coppa dei Campioni. Lui, al primo colpo, lo ha portato fino in semi finale. Non era un'impresa così scontata, soprattutto a livello mentale.
5 - In alcuni momenti della stagione la società non lo ha supportato, soprattutto sulle polemiche arbitrali, a volte, come lui stesso ha dichiarato, si è sentito solo contro tutti, e nonostante ciò è arrivato ad un passo dallo strappare l'egemonia spagnola ed europea al Barcellona.
Adesso la vostra sentenza
Francesco Aquino