Da un decennio il Piacenza è sponsorizzato dall’Unicef, in serie B si batte per evitare i playout e non ha mai ricevuto favori arbitrali. Lunedì tre giornate di squalifica al capitano Cacia, sabato a Torino un rigore contro molto dubbio.
Fabrizio Garilli, com’è venuta l’idea di «anticipare» il Barcellona?
«Il presidente della sezione provinciale, l’avvocato Gianni Cuminetti, mi propose di devolvere all’associazione benefica l’incasso di una partita. A me sembrava riduttivo, ho voluto farlo sistematicamente».
Così la scritta è fissa sulle maglie biancorosse dalla stagione 2002-03.
«Da allora diamo all’Unicef il 7,5% dei nostri introiti: la cifra non è importante, conta lo spirito. Assieme al sindaco di Piacenza e allo stesso Cuminetti sono sceso in Congo, nella capitale Kinshasa, a inaugurare una struttura per aiutare i bambini di strada».
Il Catanzaro fu sponsorizzato dall’Unicef nell’81-82, il Brescia nell’88-89.
«Noi continueremo il sodalizio finché sarò al vertice della società: magari qualcuno a Piacenza si augura che si finisca presto, la mia famiglia è proprietaria da 29 anni».
La piazza è fredda, gli incassi sono sempre modesti.
«Alcuni tifosi mi consigliavano di investire più soldi per rafforzare la squadra, anziché darne in beneficenza: io non li ascolto. Ci onoriamo di avere il marchio Unicef sulle casacche biancorosse. Anche la nostra città è dedicata ai bambini, com’è scritto sui cartelli stradali».
Mourinho sostiene che il Barcellona potrebbe essere aiutato dagli arbitri per quell’abbinamento umanitario.
«È una sortita delle sue».
Al Piacenza è mai capitato di essere favorito?
«Non credo proprio. Siamo noi, con questo sodalizio, a favorire belle cose. Per i bimbi».
Dalla prossima stagione il Barcellona avrà come sponsor la Qatar Fondation, mentre in serie A potrebbe essere la Lazio a essere abbinata all’Unicef.
«Resta la primogenitura della mia idea. Penso che al grande club spagnolo interessi relativamente la causa umanitaria».
Avevate in programma un’amichevole con il Barça?
«Ce l’avevano promessa. Siamo il Piacenza, evidentemente per loro non facciamo testo: magari considerano riduttivo giocare con noi. Però non ci fermiamo. Di bassezze ne ho viste tante, in questi anni, nel calcio. E non solo».
Fonte: Vanni Zagnoli per Il Giornale, link all'articolo