Ieri Walter Mazzarri ha chiesto al suo Napoli la partita perfetta per la sfida di stasera contro il Bayern Monaco. Da qualche anno è diventata una forma abusata, in tv e sui giornali lo chiamano tormentone. Sempre ieri, il brasiliano Hernanes ha definito la «partita perfetta il derby vinto dalla Lazio». Vediamo i peggiori in circolazione.
Progetto. Tutto è tale, oramai. Non esiste più un piano, una programmazione, una strategia, una visione delle cose, un banale programma di lavoro. No, tutto è progetto. Il progetto può essere della squadra, dell’allenatore, ultimamente lo si sente anche per i calciatori. Progetto nel cestino?
Intensità. La tenne a battesimo Sacchi un po’ di anni fa. E adesso le squadre hanno o non hanno intensita. Al massimo sono intense o poco intense. Talvolta si predilige la squadra con la giusta tensione. Viva, motivata o carica fanno poco tecnico, troppo poco Coverciano.
Catena. La fascia è decaduta. A destra si muove la catena di Conte, a sinistra agisce quella di Mazzarri. Come si dice dalle mie parti, a qualcuno è caduta da tempo.
Top-player. Non indica più un giocatore di prima fascia, ma una categoria prestabilita, una elite. Un top-player costa tra i 30 e i 50 milioni di euro, deve avere segnato 20 gol nell’ultimo campionato e avere conquistato almeno dieci titoli della Gazzetta. Altrimenti normal-player.
Sdrammatizzare. Il calcio è l’ambiente più tragico e drammatico del mondo, basta una sconfitta per gettarci tutti nello sconforto. Ma da decenni ormai qualcuno si sveglia con la missione di sdrammatizzare. Avanti il prossimo.
Storico e importante. Tutto, anche un pareggio in casa dell’Atalanta, può definirsi storico. Importante è ogni cosa del pallone. Messaggio importante, risultato importante, un modulo importante. Ovviamente lavorano e si impegnano tutti in modo importante.
Mal di pancia. Copyright di Ibrahimovic. E via con le corse al bagno di decine di calciatori da quel giorno. Basta una contrarierà, un dissapore, e subito scatta il mal di pancia. Un buon digestivo costa anche milioni di euro.
Guardiola. Se un allenatore è giovane, diciamo tra i 30 e i 40 anni, è automaticamente un nuovo Guardiola. O la società ha varato un progetto alla Guardiola. Olè. Due passaggi di seguito ben fatti valgono l’etichetta di guardiolismo.
Spalmare. Qua si spalma tutto, ormai. Le partite della serie A dal venerdì al lunedì, i debiti nello Spalmadebiti, il prolungamento del contratto spalmato su più anni (in realtà è semplicemente un taglio). Una volta si spalmava Nutella, ma questa non sembra avere esattamente quell’odore.
E adesso scatenatevi voi. La cosa più assurda che tormenta le vostre orecchie di appassionati di calcio.