Appare ormai evidente che il tavolo della pace verrà apparecchiato. Il 14 dicembre a Roma, nella palazzina H del Coni. In parte ne ha già scritto oggi Stefano Olivari, io mi limito qui alla possibile presenza di Diego Della Valle, data oggi per probabile dal Corriere della Sera insieme all’immancabile Galliani.
Continuo a non capire se sarà davvero così o se la candidatura dell’imprenditore marchigiano non parta piuttosto da ambienti giornalistici, dove sappiamo essere molto forte l’influenza di DDV e del suo amico LCDM (Luca Cordero di Montezemolo). La ragione è sempre la solita: il primo tavolo di pace l’avrebbe proposto il patròn viola. Ma siamo sicuri che nessun altro presidente, magari meno mediatico di lui, abbia avanzato un’idea simile qualche tempo prima? In fin dei conti non è una cosa originalissima, cui nessun altro abbia mai pensato.
Ma Diego Della Valle piace, ammalia soprattutto i direttori. L’unico che non lo trattò in guanti di velluto, cinque anni fa, ha smesso di farlo. E allora tutti a omettere le cose più sgradevoli del personaggio. Per esempio che abbia ricevuto una condanna penale per frode sportiva meno di un mese fa. Va bene che in Italia i precedenti fanno curriculum, ma non ci scagliamo sempre contro gli inquisiti del Parlamento? Lui per primo, comprando paginate sui quotidiani. È diverso se stanno in qualche importante Patto di sindacato?
Altra cosa piuttosto ridicola è il Cartellino Viola, l’iniziativa di premiare ogni week-end il miglior gesto di fair-play. Non perché sia sbagliato, ma perché sa tanto di marketing, almeno a me. Tra un mese nessuno lo ricorderà più nessuno, esattamente come il terzo tempo varato sempre da Della Valle un paio di anni fa. Il Cartellino Viola è servito a fare qualche articolo in bella scrittura, un paio di pagine romantiche, nelle quali si invitava la Lega calcio a prendere esempio. E poi? Stop, finita lì. Perché già avanza la prossima collezione estate-inverno, con qualche boutade nuova.
Della Valle è tanto cool, moderno, trasversale e globale, che forse sono io a non capirlo con le mie vecchie scarpe. Vorrei chiedere a Giuseppe Gazzoni Frascara cosa ne pensi, ad esempio. O a Cesare Prandelli, attaccato come traditore della Fiorentina, che infatti ha iniziato a volare dopo l’uscita del Ct azzurro. Come no?