Probabilmente c’era chi pensava non avrebbe avuto neanche il tempo di disfare la valigie, invece, come dice lo stesso neo-allenatore della Roma Luis Enrique: “Posso mangiare il panettone, il pandoro e anche il torrone spagnolo”. Alla sua prima vera esperienza su una panchina di prima serie, in precedenza e per tre anni ha allenato il cosiddetto Barcellona B che milita nella cadetteria ispanica (subentrando in panchina all’ex compagno di squadra Josep Guardiola, passato con successo alla prima squadra), sta stupendo anche i più scettici e soprattutto sta conquistando una piazza e uno degli spogliatoi più impegnativi d’Italia. Spalletti e Ranieri tra le vittime recenti più illustri.
Ad aiutare l’ex furia rossa, sicuramente il cambio al vertice societario con il passaggio della proprietà dalla famiglia Sensi all’imprenditore italo-americano Thomas Di Benedetto. Cambio che ha portato il club capitolino a ringiovanire la rosa e a mettere le basi per un nuovo ciclo. Grande spalla del tecnico spagnolo il Ds Walter Sabatini che in più di una difficile occasione ha “protetto” il tecnico spagnolo.
Al di là del modulo adottato, il 4-3-1-2, con un Totti dietro alle due giovani punte Osvaldo (ex Espanyol, nella foto) e Lamela (ex River Plate), incanta la coralità continua di tutta la squadra che si muove, molto compatta, in tutti le fasi dell’incontro. Così tutti gli attaccanti, i centrocampisti e i difensori partecipano e si aiutano. In questo modo gli stessi difensori sostengono la fase di attacco e gli avanti arretrano per aiutare le ultime linee, pronti ad approfittare di un qualsiasi errore dell’avversario e ripartire in contropiede.
Raddoppi e non solo di marcature sugli antagonisti e continua circolazione di palla, anche per linee orizzontali, costringe chi incontra la Roma a non trovare un punto di riferimento e a consumare una quantità infinita di energie. Nonostante il trio Osvaldo, Lamela e Totti abbia enormi qualità realizzative, i giallorossi portano a rete tantissimi altri calciatori. Un gioco molto dispendioso e fisico che ricalca, al momento in forma ridotta, quello dei campioni del modo del Barcellona. Scuola calciastica in cui si è formato come calciatore e tecnico proprio l’allenatore spagnolo di Gijon. Chissà se così sara e se Luis Enrique potrà gustarsi anche la colomba pasquale?
Pier Paolo Cioni
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