Ai primi di gennaio si assegnerà il Pallone d’oro. Sappiamo che sono in corsa in tre, ma che a vincerlo - salvo cataclismi - sarà ancora solo uno, Leo Messi. Il terzo di seguito, quando succederà, record di Platini eguagliato.
Mentre lo guardavo trionfare contro il Santos nel Mondiale per club, passeggiando sulle ceneri brasiliane, mi chiedevo se davvero la Pulce debba restare per sempre secondo a Diego Armando Maradona nella virtuale classifica di ogni tempo. Gioco stupido e affascinante.
Ogni volta che si tenta il paragone, subito scatta la reazione indispettita dei tifosi napoletani e dei maradoniani più incalliti. Ma come, vuoi mettere in discussione la santità di Diego? E chi lo fa? Semmai i santi qui sono diventati due, tutto qua.
A 24 anni Leo ha vinto tutto, eccetto quel Mondiale che Maradona conquistò (da solo) nel 1986 a Città del Messico. Ma aveva 26 anni, Diego, l’età che Lionel avrà in Brasile. E allora sì che si vedrà se il sorpasso è possibile. A ogni modo, alla stessa età di Messi, Maradona doveva ancora vincere tutto. Non aveva avuto la fortuna di giocare in un Barcellona paragonabile all’attuale, però non è nemmeno giusto sottolineare ogni volta i meriti altrui (Xavi, Iniesta) e non quelli di Messi.
Andando avanti nella vita, mi convinco che ogni generazione abbia semplicemente il suo idolo. E faccia di tutto, difendendolo, per difendere la propria stagione, la propria esistenza. I nostri nonni hanno avuto Di Stefano, i nostri padri Pelé i fratelli maggiori Crujiff, noi Maradona, i nostri figli hanno oggi Messi.
Ora, senza arrabbiarvi troppo, dite la vostra: meglio Messi o Maradona?