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Il mondo di Angelo Dundee

Redazione

3 febbraio 2012

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La morte del novantenne Angelo Dundee. allenatore e consigliere (definizione riduttiva) di tanti fenomeni del ring (primo fra tutti Muhammad Alì-Cassius Clay, ma anche Ray Sugar Leonard, Carmen Basilio e tanti altri, fino ad arrivare quasi ai giorni nostri con Oscar De La Hoya), ha avuto un meritatissimo spazio sui media di tutto il mondo. Uno spazio ben superiore alle tante sfide 'mondiali' di dubbio valore, che peraltro in Italia non si vedono quasi più nemmeno in televisione. Secondo una visione italo-centrica la boxe sarebbe morta, le World Series (pochi sport sono più lontani del pugilato dal concetto di squadra) e l'entusiasmo forzato per sfide fra ultraquarantenni come Branco e Fragomeni sanno un po' di accanimento terapeutico. Non è un caso che dalla metà degli anni Novanta, cioé il periodo d'oro di Giovanni Parisi, per i pugili migliori sia più conveniente il dilettantismo di Stato che un salto nelle incertezze di un professionismo dove la distanza fra gli smoking di Las Vegas e il cartellone della pizzeria da Gino è molto breve. Negli anni Sessanta un personaggio come Clemente Russo sarebbe stato più popolare di Rivera e Mazzola (Nino Benvenuti lo era, per fare un esempio concreto) messi insieme, oggi si tiene stretti il finto lavoro nella Polizia Penitenziaria e qualche comparsata televisiva per arrotondare. Nel resto del mondo la situazione è però molto diversa. Senza scontati paragoni con l'America, va detto che in Europa esistono ottime situazioni organizzative in Germania e in Inghilterra: più americaneggianti i tedeschi, con un gusto per le presentazioni un po' da Apollo Creed, più da club esclusivo gli inglesi. Quello che è certo è che in Italia non mancano i poveri, soprattutto nelle periferie delle grandi città, cioè la riserva naturale di reclutamento dei pugili. A mancare è più concretamente il pubblico, attirato da altri sport da combattimento (poche settimane fa a una manifestazione di Muay Thai e K1 c'erano quasi novemila persone, nel silenzio dei media: il doppio dei presenti al recente Inter-Palermo) ma anche da intrattenimenti light come il wrestling. Il quadruplo rispetto ad un qualsiasi 'grande evento' (considerando Branco-Fragomeni un grande evento) della boxe tradizionale nostrana. Non c'è una morale, non è che la noble art di Angelo Dundee sia il bene e le invenzioni asiatiche il male, ma solo l'ormai mitico mercato. Dal lato del lavoro ci sta ammazzando, mentre da quello dell'intrettanimento ancora ci permette di scegliere. Il mondo di Angelo Mirena, vero nome di Dundee, esiste ancora, ma è significativo che di alcuni grandi sport (Ciclismo? Atletica?) si parli soprattutto in relazione al passato. Twitter @StefanoOlivari

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