Si fa un gran parlare in questi giorni dell’affare
“Paul Pogba”, il centrocampista francese classe’93, appena acquistato dalla Juventus. Si è innescato una sorta di caso diplomatico attorno alla promessa (perché di questo sinora si tratta) che il Manchester United aveva acquistato praticamente adolescente da un club francese. Eppure Sir Alex Ferguson si è letteralmente infuriato per l’intromissione, dapprima silenziosa di Madama, ma poi tanto eclatante con l’entrata in scena del procuratore
Mino Raiola. Già, quando ci mette lo zampino lui, qualsiasi colpo diventa improvvisamente interessante a livello mediatico. Ma, a parte questo, di cosa dovrebbero scandalizzarsi gli inglesi? Proprio lo United da anni adotta la politica dei baby acquisti, scambiati spesso per veri scippi dai club di provenienza di questi ragazzi. Federico Macheda aveva appena concluso il campionato Allievi con la Lazio, aveva 16 anni e gli uomini di Ferguson gli offrirono un contratto vantaggioso, le migliori scuole e un lavoro più che onesto per il padre, qualora si fossero trasferiti da Roma a Manchester.
Diciamo che la pratica non è molto diffusa dalle nostre parti, ma proprio la Juventus potrebbe aver invertito la rotta, se si pensa anche al recente acquisto dell’olandese Bouy, anch’egli un ’93, strappato all’Ajax, società che da sempre può vantare uno dei migliori vivai del mondo (ne ha parlato diffusamente il collega Alec Cordolcini nel suo blog Radio Olanda e nella rubrica “Il mondo siamo noi”, qui sul GS.
Il passaggio inverso, quello dei nostri giocatori verso oltre Manica, non sempre sinora si è rivelato fruttifero, se escludiamo il caso di Sam Dalla Bona, che in tempi non sospetti, dall’Atalanta – di cui era uomo di punta – passò al Chelsea e lì visse i suoi migliori anni da calciatore, prima del rientro in terra italica.
Ma lo stesso Manchester 3 anni fa acquistò il giovanissimo Petrucci dalla Roma, considerato un’autentica promessa e a quasi 21 anni deve ancora assaggiare la prima squadra; e che dire di Vincenzo Camilleri, per cui la Reggina due anni fa fece polemica proprio col Chelsea per lo “scippo”. Il ragazzo, difensore centrale del ’92, tornò alla base, esordì in serie A, poi la Juve lo prese per un anno senza fortuna e ora milita nella Feralpi Salò, ultima in classifica in Lega Pro. Insomma, tanto clamore ma ora deve ripartire dal basso. Negli anni duemila, anche il difensore Di Cesare, attualmente al Torino e valido interprete della cadetteria (dove ha trascorso gran parte della carriera) è transitato dal Chelsea, con la nomea di “nuovo Nesta”.
Nell’Amburgo si sta disimpegnando egregiamente Jacopo Sala (un ’91), scuola Atalanta che il Chelsea prelevò 3 anni fa assieme a Borini, la rivelazione della Serie A, che all’epoca spopolava negli Allievi del Bologna. Meno fortuna ebbero Karim Laribi e Luca Moscatiello, entrambi acquistati sedicenni dal Fulham ai danni dell’Inter. Il primo, dopo una buona stagione a Foggia, alla corte di Zeman, ora è infortunato dopo un discreto avvio a Sassuolo; peggio è andata al secondo, che ricordo ottimo playmaker “alla Pirlo”, il quale rientrato in Italia al Cesena, ora milita nei dilettanti. E al Celtic sempre tre anni fa militava nelle giovanili il mediano Luca Santonocito, scuola Como e Inter, ma non ebbe mai l’onore di indossare la prestigiosa maglia della prima squadra, prima di tornare da noi al Milan: ora gioca nel Sud Tirol, guidato dal suo mentore Stroppa.
Insomma, il passaggio all’estero non sempre ha comportato effetti positivi per i nostri giovani calciatori.
Pogba, lungi dall’essere un mero caso diplomatico e motivo di dispute tra Juve e Manchester Utd, può davvero diventare l’ennesimo “erede di Vieira” (si disse anche del keniano Mariga)? Noi ce lo auguriamo, e in quel caso la squadra bianconera avrebbe fatto davvero un ottimo affare, e con essa il “famigerato” Raiola! Per il momento ci accontentiamo dei rammarichi di Ferguson e delle solide e sicure relazioni dei bravi osservatori juventini.
Gianni Gardon
Dal Blog PELLEeCALAMAIO
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