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Zamparini e Lotito, un anno senza microfoni

Redazione

27 aprile 2012

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Maurizio Zamparini e Claudio Lotito sono soltanto gli uomini copertina, per il momento, per il nuovo scandalo che non travolgerà il calcio italiano (è indistruttibile, non fosse altro perchè milioni di sfaccendati nel fine settimana sarebbero pericolosi) ma ne confermerà la scarsa credibilità etica e sportiva. Con un grande convitato di pietra, non ancora sceso in campo: il Fisco italiano. Dodici mesi di squalifica della Commissione Disciplinare per il presidente del Palermo, dieci per quello della Lazio (che raggiunge così quota sedici in totale, una statistica non male per il fu 'moralizzatore'), per una vicenda complicatissima e che riguarda alcuni loro affari di mercato. Qual è il problema? In estrema sintesi, per Lotito quello di aver aver trattato gli ingaggi di Zarate e Cruz non con i loro agenti ma con società (la Pluriel Limited per Zarate, la Van Dijk per Cruz), unito alla creazione di un rapporto contrattuale sempre con una società (la Van Dijk tirata in ballo per Cruz) per l’attività di scouting (dalle norme riservata ai direttori sportivi) e non aver voluto trasmettere agli organi di giustizia la documentazione richiesta. Dall'indagine della Covisoc è emerso che in cinque anni la Lazio ha corrisposto alla Plueriel Limited 14.950.000,00 netti, con Zarate iscritto a bilancio per un costo di 20 milioni e 200mila euro. Non dissimile la situazione di Zamparini, per operazioni riguardanti Pastore, Morganella, Laribi, Acquah e Melinte. Anche qui c'è il discorso scouting (la società è la Beta Management Zrt) e quello dell'intermediazione di società senza passare ufficialmente dai procuratori. Fa quesi tenerazza ricordare che un presidente inibito non può fare molte cose, dal partecipare alle riunioni in Lega in giù, passando anche per il divieto di rilasciare dichiarazioni alla stampa (Zamparini e Lotito!). Di sicuro saranno i primi di una lunga serie di dirigenti che entreranno in questa inchiesta sportiva, visto che anche in questo caso sono coinvolte mezza serie A e mezza serie B. Ed è significativo che dei trenta deferiti in questa prima tornata ben ventuno abbiamo deciso di patteggiare una pena solo pecuniaria: fra i patteggianti significativa la presenza di Rinaldo Ghelfi, vicepresidente dell'Inter, di Tommaso Ghirardi, presidente del Parma, e dell'immancabile Enrico Preziosi. Inutile dire che, come in altri casi, il salto di qualità potrà avvenire solo con la discesa in campo della magistratura ordinaria. La facile previsione è che i presidenti tenteranno di far passare il tutto come una questione formale, quando invece in molti casi le proporzioni fra le cifre versate a queste società estere e il costo ufficiale dei calciatori dicono il contrario. Stefano Olivari, 27 aprile 2012

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