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L’ultima occasione di Hodgson

Redazione

30 aprile 2012

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Roy Hodgson commissario tecnico della nazionale inglese: tutto si può dire di questa notizia, tranne 'L'avevamo detto'. A due mesi dalle dimissioni di Fabio Capello, dopo tre anni e rotti di modesti risultati (ma anche i suoi detrattori devono riconoscere che senza la mancata convalida del gol di Lampard al Mondiale magari adesso ne parleremmo come di un genio) e ancor più modesto gioco, la federcalcio inglese con i suoi tentennamenti ha reso credibile qualsiasi scenario ma soprattutto quello che aveva il volto di Harry Redknapp. Un po' il Tottenham che faceva storie per liberarlo, un po' lui che ha sempre allenato solo in Inghilterra e quasi sempre in squadre di livello medio-basso (Bournemouth, West Ham, Portsmouth e Southampton, prima di arrivare a White Hart Lane) e quindi non convinceva fino in fondo, la trattativa di è trascinata per un po'. Fino a quando con l'Europeo incombente è stata data al 65enne Hodgson l'occasione della vita. Non è un guru e nemmeno un trascinatore di folle, Hodgson, ma di certo è un profondo conoscitore del calcio internazionale avendo allenato in Svezia (Halmstad, vincendo un incredibile campionato con una squadra che sembrava da retrocessione, Orebro e soprattutto Malmoe alzando molteplici trofei), Svizzera (Neuchatel Xamax, nazionale, con qualificazione al Mondiale 1994 ottenuta nello stesso girone degli azzurri di Sacchi, Grasshoppers), Italia (Inter e Udinese), Danimarca (Copenhagen), Emirati arabi (nazionale), Norvegia (Viking), Finlandia (nazionale) e ovviamente Inghilterra (Bristol City, Blackburn, Fulham, Liverpool e West Bromwich Albion). Se non abbiamo dimenticato qualcosa, a parte i suoi mille incarichi internazionali extra-panchina, dalla Fifa in giù, contando la nazionale dei Leoni fanno otto nazioni e diciotto squadre. Significa esperienza ma anche che raramente è riuscito ad aprire cicli importanti: il miglior Hodgson rimane quello del periodo svedese e quello c.t. svizzero, si parla quindi di una ventina di anni fa. Da noi, viste le poche tracce lasciate all'Udinese (quattro mesi in totale), è ricordato soprattutto come il primo vero allenatore scelto da Massimo Moratti, che con il suo famoso 'stile' (quello esaltato dal suo ufficio stampa, perlomeno) lo strappò alla Svizzera per metterlo al posto di Ottavio Bianchi nel 1995. E' passato ingiustamente alla storia nerazzurra, Hodgson, come quello che preferì Centofanti a Roberto Carlos, ma la scellerata scelta fu in realtà della società e sul tema Hodgson con molta classe non è mai tornato. E' però vero che è stato l'unico allenatore, fra i tanti avuti in carriera, che Javier Zanetti ha preso a male parole. Una persona perbene ma anche un allenatore rigido (e non certo per il 4-4-2), un grande esperto di calcio ma anche uno che con i giocatori di personalità ha sempre problemi, uno bravo nel portare le squadre da zero a novanta ma sempre carente in qualcosa per l'ultimo passo. Di certo, con il tempo che stringeva, era in questo momento la miglior scelta possibile per l'Inghilterra. Stefano Olivari, 30 aprile 2012

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