Dicevano le nostre nonne che la fretta è sempre cattiva consigliera. E un po’ di saggezza popolare in più sarebbe servita anche a Massimo Moratti, che a mio avviso ne ha dimostrata invece poca, pochissima. E vado a spiegarmi.
Un paio di settimane fa, il presidente nerazzurro ha annunciato urbi et orbi la conferma di Andrea Stramaccioni, al quale ha giovato non poco un cognome ideale per i giochi di parole dei cronisti (sono impazziti: Stra-amala, Stramilano, Stracittadina e via cazzeggiando). Risultato: Moratti si è subito schierato dalla parte del nuovo allenatore, lasciando perdere le piste che lo avevano portato sino a quel punto a inseguire Bielsa, Mazzarri e altri big per la nuova stagione.
Stramaccioni ha vinto sull’onda popolare. Striscioni fuori dalla Pinetina, consenso generalizzato, un paio di paraculate fatte in conferenza stampa, compreso l’omaggio al solito Mourinho (immancabile per chiunque) e la frase in romano-milanese. Non solo: un’immagine cavalcata alla grande di nuovo Guardiola. Stramaccioni è pure partito alla grande: 4 vittorie e 2 pareggi nelle prime sei gare in panchina. Poi ne ha perse due nelle ultime tre, con l’unico intermezzo vittorioso del derby, contro un Milan ormai sfiatato e piegato dalla risalita della Juve.
Fatto sta che Stramaccioni ha preso l’Inter all’ottavo posto e l’ha portata sul sesto gradino. Un buon risultato, non un exploit impressionante. Anzi, per fare il verso ai giornali, Stratosferico. Pur avendo vinto il derby, ha fatto gli stessi punti del Milan. Otto in meno della Juve. Ha superato da allora solo Roma a e Catania, che si sono fermate da soli. È vero: l’Inter ha fatto 4 punti in più del Napoli, suicidatosi a Bologna.
Per concludere. Moratti avrebbe potuto decidere oggi, 14 maggio 2012, che Stramaccioni era l’ideale per l’Inter. Non vorrei, come spesso è successo nella storia del lider Massimo, che la scelta del momento producesse effetti negativi nel futuro. Lippi fu malsopportato per un’intera estate, salvo essere liquidato alla prima giornata del campionato successivo. Leonardo fiutò, giusto un anno fa, l’aria pesante e prese un’altra strada. Il rapporto di Moratti con gli allenatori è da sempre così: si accende e si spegne all’improvviso. Da Cuper a Mancini, da Benitez all’ultimo Ranieri. Speriamo che sorte diversa tocchi al fortunatissimo Stramaccioni, che tra poche settimane dovrà ripartire. Il preliminare di Europa League è già un primo, difficile spartiacque che lo aspetta.
Fabio Frosini di Pistoia mi scrive in una mail: vorrebbe Zeman come allenatore. E propone la sua Inter. Eccola:
• Portieri : Viviano ( Bardi)
• Terzino destro : Zanetti (Faraoni)
• Terzino sinistro : Nagatomo (Jaun Jesus)
• Centrale destro : Ranocchia (Spolli)
• Centrale sinistro : Ogbonna (Caldirola)
• Centrocampista centrale : Capoue (Crisetig)
• Mezzo destro : Guarin (Poli)
• Mezzo sinistro : Obi (Barrientos)
• Attaccante destro : Cuadrado (Alvarez)
• Centravanti : Milito (Destro)
• Attaccante sinistro : Muriel (Ibarbo)
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