In un campionato equilibrato verso il basso a fare la differenza sono state le diversità. Le squadre che hanno avuto la capacità di proporre qualcosa di diverso e di conseguenza unico rispetto alle altre, alla fine, hanno avuto le maggiori soddisfazioni. Come la Juve che è riuscita a fare il salto di qualità grazie ad Andrea Pirlo e un allenatore come Conte, perfetto condottiero, in un gruppo di giocatori reduce da due settimi posti consecutivi.
Un’altra diversità l’aveva il Milan, con Ibrahimovic ( e non è un caso che con lui le squadre hanno sempre vinto i campionati) ma i rossoneri sono mancati proprio sul più bello, accusando alcuni cali che la Juve, invece, non ha avuto. La differenza non è stato il gol di Muntari - certo, con la vittoria nello scontro diretto, forse, a quest’ora staremmo a parlare di un altro campionato - ma la continuità e la grande condizione atletica dei bianconeri nell’ultimo e decisivo mese. Molto è dipeso anche dalla Champions, non disputarla ha permesso a Conte di avere una settimana di tempo per preparare le partite. Vantaggio non da poco. Detto questo ha vinto la squadra più continua e anche quella più spettacolare.
Inutile girarci intorno: la Juventus ha giocato un calcio come non si vedeva da anni in Italia, ricordando a tratti - soprattutto in fase di recupero della palla - il Barcellona di Guardiola.
Delle altre le diversità del Napoli (Cavani, Lavezzi, Hamsik, Maggio) hanno perso energie psicofisiche nella sfortunata avventura di Champions, quelle della Lazio (Klose, Hernanes, Mauri) sono state bloccate dai troppi infortuni, quell dell’Inter (Sneijder, Milito, Maicon) sono state riscevgliate solo alla fine da Stramaccioni mentre quelle della Roma (Totti, De Rossi, Lamela) hanno vissuto una stagione altalenante. Così ad emergere sono state le squadre che avevano i Di Natale, Giovinco, Ramirez, Diamanti o Gomez. Disputando una stagione al di là delle aspettative.
Le Pagelle:
Juventus voto 10. Di solito il 10 non si da mai ma per i bianconeri facciamo un eccezione. Perfetti. Primi in campionato senza perdere neanche una partita. La miglior squadra in assoluto della stagione. A tratti devastante. Avesse avuto là davanti un giocatore come Van Persie o Higuain, tanto per intenderci, avrebbe ucciso il campionato con un mese di anticipo. Quante parole si sono sprecate su Conte o su Pirlo o su Del Piero? Cosa dire di nuovo? E’ stata la grande rivincita di un popolo, una stagione apoteotica dopo l’inferno della B e le cattive gestione degli anni passati. Tanto di cappello.
Udinese voto 8,5. Ha centrato i preliminari di Champions per il secondo anno consecutivo e lo ha fatto senza Sanchez, Inler e Zapata. Nella pazza corsa ad un posto nell’Europa che conta, i friuliani, forse, pur non avendo la squadra migliore (ma chi decide, poi, se una squadra è migliore delle altre se non i risultati?) hanno avuto al capacità, nelle ultime giornate di approfittare del calo della Lazio e del k.o del Napoli al Bologna. Un altro grande successo di Guidolin, in due anni ha preso una squadra abituata a vivacchiare a metà classifica e l’ha trasformata in una delle certezze della serie A. Un giocattolo quasi perfetto, supportato dall’ormai riconosciuto ottimo lavoro della società.
Lazio voto 8. Gli è mancata la zampata finale, proprio sul più bello, quello scatto che gli avrebbe permesso di conquistare un terzo posto tenuto in mano per gran parte dell’anno. Colpa dei troppi infortuni e di un mercato di gennaio che ha visto il solo Candreva alla voce entrate. Ha perso i preliminari di Champions per due punti, sarebbe bastato poco per davvero. Non ha mostrato un grande calcio ma una squadra solida sì. Esperta, ben messa in campo. Spesso la differenza l’ha fatta gente come Mauri, Hernanes e soprattutto Klose. Non è un caso che le altre squadre abbiano iniziato a rosicchiare punti dopo l’infortunio del tedesco.
Atalanta voto 8. Grandissima impresa. Molti hanno sottovalutato il grande campionato dei bergamaschi, partiti con -6 non sono mai stati coinvolti nella lotta salvezza. C’è stato un piccolo calo fisiologico a gennaio, poi la ripresa e tante belle soddisfazioni. In un ambiente devastato dalla vicenda Doni, il cammino disputato dai ragazzi di Colantuono è stato straordinario. Anche perché, dando un’occhiata alla rosa, a inizio anno molti la davano per spacciata. E invece... tanti complimenti.
Bologna 7,5. Una delle grandi rivelazioni della stagione. In poco tempo Pioli è riuscito a costruire una squadra equilibrata, sfruttando al massimo l’imprevedibilità di Diamanti e Ramirez dietro il solito ed eterno Di Vaio.
Catania 7,5. Stesso discorso per il Bologna. Una squadra che negli anni passati aveva sempre combattutto per non retrocedere e visto l’alternanrsi di più allenatori, a un certo punto del campionato, è stata vicina anche ad un posto in Europa League. Ma i ragazzi di Montella non ci hanno mai creduto veramente, appagati dai tanti complimenti e da una slavezza conquistata con il bel gioco.
Parma 7,5. Se si dovessero considerare solo gli ultimi due mesi, il voto sarebbe 9. Una formazione modesta, con il solo Giovinco di una categoria superiore a tutti gli altri dopo una prima parte di stagione complicata, vissuta sul baratro della retrocessione, ha chiuso, con grande sorpresa, all’ottavo posto, dopo 7 vittorie consecutive. Bravo Donadoni, un tecnico, forse, un pò troppo sottovalutato.
Chievo 7,5. Altro miracolo, ma chiamarlo così sarebbe riduttivo. Il Chievo è orami da tempo una solida realtà, una società ben gestita dal presidente Campedelli, che ogni anno riesce a raggiungere quasi agevolmente la slavezza. Lo ha fatto anche questa volta, con Di Carlo in panchina, giocando un calcio basato su una difesa solidità e ripartenze. Di più non si poteva chiedere.
Siena 7. Trascinata dai gol di Calaiò prima e di Destro poi, Sannino ha portato alla salvezza una formazione neopromossa che l’anno prima aveva vinto il campionato di B con Conte in panchina. 4 - 4 - 2 ordinato, velocità e gioco sulle fasce. Pur non contando su grandi investimenti la serie A non è mai stata veramente in pericolo. Merito un pò di tutti, anche della società, che nei momenti difficili non ha mai messo in discussione l’operato del suo bravo allenatore.
Napoli 6,5. Ha chiuso al quinto posto. A tre punti dai preliminari Champions. Se non avesse disputato la Champions si sarebbe trovata molto più in alto in classifica. Sono molte le opinioni a riguardo: Mazzarri reputa la sua stagione positiva, altri fallimentare. C’è una finale di Coppa italia da disputare, vero, e la possibilità di conquistare un trofeo che manca da tanti anni, ma in campionato, la sensazione, è che avrebbe potuto fare di più. La rosa, rispetto allo scorso anno era stata rinforzata ma il turn over non ha mai fatto parte del vocabolario del tecnico toscano. Forse la differenza, rispetto alla passata stagione, sono state quelle partite che un anno fa il Napoli ha vinto all’ultimo minuto. Conti alla mano, sono mancati propro quei punti.
Milan 6. Ha perso uno scudetto che in molti davano per scontato già in estate. Si è fatta rimontare dalla Juve, si è appellata al gol di Muntari, ha ceduto punti pesanti in casa contro Fiorentina e Bologna e alla fine ha provato a gufare le ultime partite della Juventus. Sufficiente, nonostante i gol di Ibrahimovic e i molti infortuni che l’hanno privato di gente come Boateng e Pato su tutti. Forse, in molti, hanno sottovalutato la fame dei Conte’s boys, certi che prima o poi avrebbero fatto anche loro quel passo falso che non è mai arrivato.
Lecce 6. Ha provato fino alla fine ad agguantare una salvezza difficile. Ad un certo punto, grazie alle giocate di Cuadrado, Muriel e Di Michele, sembrava essere anche la favorita numero 1 nella volata contro Fiorentina, Cagliari e Genoa. Invece, proprio sul più bello, i giovani sono mancati e tutta la squadra ne ha risentito, collezionando un solo punto in cinque partite. Il voto è sufficiente perché Cosmi ha avuto la capacità di prendere una squadra allo sbando sfiorando una clamorosa impresa.
Inter 5,5. Stagione deludente, ripresa per i capelli alla fine dall’entusiasmo di Stramaccioni. La sensazione è che un anno così, per una squadra che ha vinto tutto, era nell’aria. Nel calcio vince chi corre di più e l’Inter è sembrata stremata. E’ il classico esempio di un ciclo arrivato alla fine, come succede alle grandi squadre. Ricostruirla non sarà per niente facile ma per questo c’è gente pagata profumatamente. Anche se molto conterà dal volere del presidente Moratti e di quanto riuscirà a svincolarsi dai legami affettivi nei confronti di giocatori che gli hanno permesso di arrivare sul tetto del mondo.
Roma 5,5. Era un bel progetto quello di Luis Enrique. Una squadra giovane che giocasse un bel calcio stile Barcellona. Grandi investimenti, tante parole e a tratti anche un calcio spettacolare. Quello che è mancata è stata la continuità. Disarmante l’atteggiamento dei giallorossi in alcune partite, infilate dal vecchio e care contropiede all’italiana. Ma la colpa non può essere di una sola persona. Anche i giocatori e la società hanno la loro fetta di responsabilità. Resta in piedi un’idea, si ripartirà da Montella e da una base di ottimo livello, giocatori che avranno alle loro spalle un’esperienza importante come quella di quest’anno. Infatti è nei momenti difficili che la maturazione procede con più velocità.
Cagliari 5,5. Salvezza ottenuta a due giornate dal termine. Allenatori cambiati e un gruppo di giocatori giunto alla fine di un ciclo. In estate sono arrivati tante giovane promesse che non sono riuscite a farsi apprezzare con continuità. Quello che è mancato è stato un attaccante dai gol facili. In parte ha sopperito a questa mancanza Pinilla ma la salvezza è dipesa molto dal rallentamento del Lecce nelle ultime giornate.
Palermo 5. Ha cambiato tanto, è vero, e Miccoli a inizio campionato aveva messo in guardia tutti: quest’anno ci dobbiamo salvare. E così è stato. Bene con Devis Mangia ma quando è subentrato un piccolo calo di forma Zamparini, come al suo solito, ha deciso di mandarlo via e di chiamare Bortolo Mutti. La squadra non è migliorata ma neanche peggiorata. Ha alternato buone prestazioni a sconfitte imbarazzanti. Alla fine, nel momento di maggior paura, ci ha pensato Miccoli ha far raggiungere la salvezza. Molti hanno deluso, da Ilicic ad Hernandez. Il progetto ha subito una battuta d’arresto.
Novara 5. Va in B ma molto probabilmente di più non si poteva chiedere alla squadra, sulla carta, con meno qualità rispetto a tutte le altre. Bene a inizio campionato (con tanto di vittoria sull’Inter di Gasperini), poi il crollo di gennaio, il cambio di allenatore e una salvezza deifnitivamente compromessa. Il ritorno di Tesser è servito a ben poco, ha avuto il merito, fino alla fine, di crederci, giocando con cuore e grinta.
Fiorentina 4,5. Stagione deludente, c’è poco da dire. Iniziata benino e terminata con l’incubo della B, sventata nella penultima giornata grazie alla vittoria sul campo di un Lecce stanco. In mezzo tanti errori: dalla società ai giocatori fino all’allenatore. La figuraccia in casa con la Juventus e lo schiaffo a Ljajic tra i momenti più bassi. Stagione da cancellare.
Genoa 4. A un passo dalla B. Una squadra costruita in estate per un posto in Europa, con Malesani prima, Marino poi, Malesani di nuovo e De Canio alla fine ha vissuto la peggior annata dal ritorno in Serie A. Vergognosa la pagina di Marassi quando sotto di 4 gol contro il Siena i tifosi hanno fermato la gara chiedendo ai giocatori di togliersi le maglie e andare via. Preziosi ha giocato troppo con questa squadra, tanti acquisti e cessioni nel giro di pochi mesi, identità persa, giocatori smarriti e tante figuracce.
Cesena 3,5. Ultimo posto in classifica per una società che in estate aveva provato a fare qualcosa di importante: consolidare la A conquistata due anni prima con investimenti mirati e giocatori di grande qualità come Adrian Mutu. Hanno deluso tutti, decisivo, forse, psicologicamente, è stato il k.o. di Roma contro la Lazio, quando avanti di 2 reti e con l’uomo in più i bianconeri si sono fatti rimontare dagli uomini di Reja uscendo sconfitti per 3 a 2. Neanche l’arrivo di Iaquinta a gennaio ha cambiato la situazione. Eppure, ancora adesso, dando uno sguardo alla rosa, il Cesena non sembra proprio da ultimo posto in classifica.
Francesco Aquino