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Quelli che rischiano la serie B

Redazione

29 maggio 2012

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Scommessopoli non lascerà gli stessi veleni di Calciopoli, anche se probabilmente fra giocatori e squadre mieterà molte più vittime. Avendo avuto uno sviluppo graduale, pure troppo, a causa dell'incrociarsi del lavoro di varie procure e di un Palazzi che di concerto con Abete ha scelto di affrontare il problema in tre fasi diverse (scegliendo di far finire tranquillamente stagioni irregolari, quindi), più o meno tutti gli spettatori sono d'accordo sugli scenari che dovranno verificarsi per chi sarà ritenuto colpevole dalla giustizia sportiva. E' un discorso che facciamo ora, perché fra omesse denunce e sentito dire i nomi e i club eccellenti non sono ancora venuti fuori se non per schizzi di fango che hanno colpito singoli allenatori o giocatori. Punto primo: il tesserato Figc non può scommettere, non solo sulle partite che lo riguardano ma nemmeno su Bolton-Wigan. Se lo fa, anche per interposta persona, la squalifica sportiva minima deve essere di 18 mesi, dopo il cambio di regole avvenuto nel 2006 in seguito alla semi-amnistia da Mondiale. E non stiamo parlando di partite taroccate, ma solo di scommesse. Non se ne sta parlando molto, ma l'effetto più devastante dell'inchiesta della giustizia ordinaria potrebbe essere questo. Punto secondo: la responsabilità oggettiva delle società è un concetto abbastanza vago, come applicabilità, ma è chiaro che con 'qualche' giocatore coinvolto nello scandalo all'insaputa della società (problema nel problema: l'allenatore è considerato alla stregua di un dirigente?) i club entrano in zona rischio. Traduzione: punti di penalizzazione, non necessariamente afflittivi (cioè tali da far perdere un traguardo raggiunto). Il fatto che uno stopper abbia 'venduto' una partita non porta all'automatismo della retrocessione della sua squadra, ma se questo giochetto l'ha fatto insieme a qualche compagno se ne può discutere. Punto terzo: la responsabilità diretta delle società, cioè il coinvolgimento di dirigenti nelle combine, porta alla retrocessione di una categoria. Senza se e senza ma. Ripetiamo: non dirigenti scommettitori, come può essere successo, ma dirigenti taroccatori di partite. Nota a margine: la comunicazione alla Uefa delle squadre iscritte alle coppe va effettuata entro la fine di giugno, impossibile che entro quella data si sia arrivati a sentenze sportive definitive. Di più: anche senza condanna o perdita di punti dei club la Uefa potrebbe non accettare certe iscrizioni, sulla base solo di considerazioni etiche. Esempio: se Mauri subirà una condanna e la Lazio no, il club di Lotito potrebbe ricevere lo stesso una porta in faccia. Il caso del Milan 2006-07 non potrà quindi ripetersi. Sono discorsi che possiamo fare adesso, senza notizie coinvolgimenti nemmeno marginali dei cinque club (il caso Conte riguarda comunque il Siena e non la Juventus) che raccolgono più dell'80% del tifo degli italiani. Dovessero esserci, allora è pronta la discesa in campo dei giuristi della domenica che trovano sul web il loro sfogo naturale. E stavolta Moggi e i suoi tirapiedi non c'entrano. Stefano Olivari, 29 maggio 2012

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