Fra i tanti Italia-Germania (Ovest o riunificata) che hanno fatto la storia del calcio quello giocato a Varsavia va onestamente archiviato nel file 'vittorie all'italiana'. A mente fredda, il giorno dopo le emozioni regalate da Balotelli, Pirlo, Cassano, eccetera, la pensiamo come la pensavamo in diretta. E la cosa non va intesa in senso spregiativo, perché quella di Prandelli si è rivelata nei momenti decisivi una grandissima Italia, che si è meritata ogni risultato raggiunto finora. Solo che non è stata padrona del campo, come invece si evincerebbe dalle pagelle di molti giornali con gli italiani tutti intorno all'8 e i tedeschi invece intorno al 4, ma ha invece coperto bene gli spazi ripartendo e sbagliando l'impossibile solo sul 2 a 0. La leggendaria vittoria dell'Azteca arrivò dopo 90 minuti di barricate, nemmeno tanto bene organizzate, e quei supplementari con ogni schema, mentale e tattico, saltato. Lo sfortunato zero a zero del Mondiale 1978 arrivò invece con l'Italia di Bearzot all'assalto della squadra di Schoen, grazie alla sua freschezza (ricordiamo uno straordinario Cabrini) e al suo talento che infatti quattro anni dopo si concretizzò in un Mondiale vinto, dopo una finale contro la Germania Ovest giocata senza mai subire l'iniziativa avversaria. Arrembante e padrona del campo anche l'Italia di Sacchi che a Euro 1996 dominò gli avversari ma senza riuscire a segnare (fu la partita del rigore di Zola), anche per i miracoli di Kopke, venendo per quello zero a zero eliminata già nel girone. Al Mondiale 2006 una via di mezzo, molto tendente all'italianismo: Germania con il pallino, Italia a difendersi con ordine e a ripartire con tanti uomini ad accompagnare l'azione. Insomma, come al solito nel calcio vale tutto: anche se il muscolare nel centrocampo italiano 2012 non è previsto, di sicuro dal punto di vista tattico Prandelli assomiglia più a Lippi che a Bearzot.
Stefano Olivari, 29 giugno 2012