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Quando Rolando faceva ridere

Redazione

14 luglio 2012

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La gestione della vicenda Ibra-Thiago (non li vendo, non lo vendo, non li vendo, ok li vendo), osservata dall’esterno, è stata decisamente ridicola. Ma ad aggiungere grottesco, per chi ha un po’ di memoria televisiva, c’è anche il nome con il quale il Milan vorrebbe rimpiazzare Thiago: Rolando. Un nome che ci ha fatto fare un viaggio nel passato poetico (come sono pressoché tutti i viaggio nel passato), a un’altra tv, a un altro calcio, a una delle più belle gag di Mai dire gol quando esisteva ed era la migliore trasmissione della tv italiana. Anno di grazia 1996. Mai dire gol aveva un cast che comprendeva Bebo Storti, Daniele Luttazzi, Paolo Hendel. E Aldo Giovanni e Giacomo, che tra i vari personaggi ne facevano uno, interpretato da Aldo, che si chiamava Rolando. Un coatto che vestiva sempre in maglia mimetica e che qualunque persona vedesse agitava vigorosamente le braccia tra mille smorfie e poi diceva “Non ci posso credere”. Quello era anche il periodo di Ronaldo, allora al Barcellona e già Fenomeno, che un giorno Studio Sport di Italia Uno in una grafica chiamò appunto Rolando. Alla Gialappa’s Band non parve vero e ci montò su una gag fantastica, una delle poche che si possono ancora rivedere su Youtube dato che Mediaset, per una sciocca e miope scelta, ha fatto togliere pressoché tutti i filmati di sue trasmissioni dalla piattaforma Internet. Il trio Santin-Gherarducci-Taranto chiese ad Alberto Brandi di fare un finto servizio con cui narrava l’acquisto di Rolando da parte dell’Inter, come pochi mesi dopo sarebbe successo a Ronaldo. Solo che alla conferenza stampa di presentazione, con Mazzola nella vera sede dell’Inter, Rolando trovava orrendi i colori della sua nuova squadra. Doveva intervenire Moratti con un blitz e cambiare la maglia da nerazzurra a mimetica. Seguivano commenti (veri ma finti) di giocatori interisti come Ganz, Branca, Bergomi, entusiasti per il colpo, e un gol di Rolando in allenamento alla Pinetina dopo il quale veniva portato in trionfo dai compagni, vestiti come lui in mimetica. Una gag eccezionale, anche se in effetti la sostituzione di Thiago con questo Rolando fa più ridere dell’acquisto di quel Rolando al posto di quel Ronaldo. I problemi sono due: che è umorismo involontario, come quello di chi scivola sulla buccia di banana, e che i milanisti non ridono per nulla. Ma per tutti gli altri è stato bello ritornare con la mente a quando la Gialappa’s aveva idee a bizzeffe e a quando il calcio sapeva ancora ridere di se stesso. Un periodo che rischia di tornare più di quanto pensiate: è evidente che il modello di gestione della intera Serie A è Carcarlo Pravettoni. Livio Balestri telecommando@hotmail.it

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