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Redazione

31 luglio 2012

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Andrea Agnelli non è il solo al mondo ad avere capito che lamentarsi e minacciare in modo pretestuoso, per tacere del resto, paga sempre i suoi dividendi. Per questo è merito suo se Antonio Conte sta uscendo con un buffetto da una vicenda che per lo stesso reato sportivo (omnessa denuncia) è costata ad altri un anno di stop. La procura della Figc si è infatti inventata il patteggiamento ancora prima della condanna. In sostanza Conte non potrà sedere in panchina per tre mesi e dovrà pagare una multa di 200mila euro, che la Figc girerà in beneficenza ai terremotati dell'Emilia. Ma come si è arrivati a questa condanna light, molto gradita dalla Juventus e forse un po' meno a Conte che avrebbe gradito il muro contro muro? Sette mesi di squalifica, tre mesi per ognuna delle due omesse denunce e un mese di aggravante per la reiterazione. Lo sconto di un terzo poi ha portato il conteggio a quattro mesi e venti giorni, con un mese e venti giorni trasformati poi quindi in soldi. Non una piccola cifra, ma comunque un principio vomitevole: posso pagare e quindi la condanna diminuisce. Stiamo parlando di un'ipotesi molto concreta, precisiamo, ancora da sottoporre al vaglio della Disciplinare, ma alla fine balleranno pochi giorni e non si andrà lontani da quanto abbiamo scritto. La figura chiave è proprio quella del procuratore Stefano Palazzi, che ha sconfessato una linea (e quindi se stesso) tenuta nel resto dell'indagine con altri personaggi molto meno famosi e protetti di Conte. Già salvato dall'accusa di illecito sportivo e adesso ulteriormente omaggiato. Un comportamento davvero strano, molto strano. Lo starà pensando di sicuro chi, per una sola omessa denuncia, è stato squalificato per un anno.

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