Un'unica certezza, dopo l'ennesima estate trascorsa nelle roventi (e il clima c'entra solo in parte…) aule della Giustizia sportiva. Comunque vada, questa Serie B sarà ancora un successo. Perché la Lega cadetta ripensata, rimodellata e risanata dalla "concreta" presidenza di Andrea Abodi (poche parole, molti fatti), sta crescendo giorno dopo giorno. Gioco, spettacolo, abbondanti scorpacciate di gol, giovani finalmente in campo per dimostrare il loro valore, un timido (ma significativo) segnale di ritorno del pubblico negli stadi, iniziative sociali e benefiche per un coinvolgimento sempre più diretto dei tifosi. In tempo di crisi ci si accontenta di poco, direte voi. Mica vero. La verità è che, in tempo di drastici tagli anche nel dorato mondo del pallone, costretto (finalmente) a ritornare con i piedi per terra, il campionato di B (ecco i meriti di chi lo governa) è stato il primo dei tornei professionistici a imboccare la strada della ragionevolezza, con budget, programmi e strategie mirati alla (ri)scoperta del talento magari ancora grezzo ma di intrigante prospettiva. Il fragoroso ritorno di Zeman e del suo pirotecnico Pescara trascinato dai Bad Boys Immobile-Insigne, hanno fatto il resto. Serie B di nuovo in prima pagina, Serie B di nuovo nei titoli di apertura dei tiggì, Serie B di nuovo laboratorio di tecnica e di tattica. Un brand emergente, accattivante, spendibile.
E anche quest'anno le premesse parlano di un campionato che per 42 interminabili giornate, con adrenalinica coda di playoff e playout, saprà farsi apprezzare. Forte anche del "sano" provincialismo che lo pervade, del gusto per alcune storiche piazze ritrovate (Pro Vercelli su tutte, seguita a ruota dalla Ternana) e della curiosità che accompagna il debuttante Lanciano. A una settimana dalla chiusura del mercato, viene spontaneo credere che la prima giornata sarà un semplice aperitivo, destinato a svanire nelle bollicine di una serata. Ma la via è tracciata e la fisionomia delle 22 protagoniste consente, pur con la dovuta cautela, di buttarci in un pagellone che ha come unica pretesa quella di accendere i vostri commenti, come sempre spunto di ulteriori approfondimenti nel corso della stagione.
Buon campionato a tutti!
ASCOLI 5,5: dopo la miracolosa salvezza dell'anno scorso, Silva merita credito e stima. Resta però una squadra giovane e inesperta, vista già in sofferenza nelle prime uscite. L'esito del "caso" Papa Waigo (ingolosito dai petrodollari degli emiri) indirizzerà la stagione in un senso o nell'altro.
BARI 5: partenza ad handicap (-5) che incute timore. Iunco è un bel colpo, ma per sopravvivere, là davanti, serve ben altro. Società che naviga a vista e che tenta con una politica da outlet di riannodare i fili del tormentato rapporto con la tifoseria. Torrente pedalerà in salita.
BRESCIA 6: grandi ambizioni, a parole. Ma Corioni, come al solito, gioca al risparmio e si tuffa nel mercato delle scommesse. Ad Andrea Caracciolo (che ha comunque richieste in A) il compito di svezzare Mitrovic (il nuovo Ibra? Su, non scherziamo: già dura non far rimpiangere Jonathas…). Difesa molto (troppo) sperimentale.
CESENA 6,5: difficile resettare l'ambiente dopo la delusione di una retrocessione tanto inattesa quanto rovinosa. Serviva una scossa. E il debutto in panchina di Nicola Campedelli (fratello del presidente Igor) è una scarica non da poco. Rosa ricostruita con saggezza (di lusso la regia di Iori nel mezzo), ma quanto peserà l'inesperienza del manico?
CITTADELLA 5,5: aggiustamenti minimi per una dignitosa e anticipata salvezza. Compito comunque non facile quello che attende lo straconfermato Foscarini, all'ottava stagione consecutiva sulla panchina granata. Intanto sulla rampa di lancio un altro baby doc come Biraghi, laterale destro scuola Inter, ex Juve Stabia.
CROTONE 6: prima linea che garantisce punti e spettacolo. Dolorosa ma inevitabile la partenza di Florenzi, rientrato alla Roma per volontà di Zeman. I dubbi riguardano soprattutto la difesa: puntellarla significherebbe poter diventare una delle mine vaganti di questo campionato.
EMPOLI 6: i numerosi infortuni, a cominciare da quello gravissimo dell'attaccante Coralli (operato al crociato anteriore del ginocchio destro, resterà fuori sei mesi), hanno fin qui impedito a Sarri di testare la formazione titolare. Molti uomini sono in ritardo di condizione e l'avvio rischia di rivelarsi un incubo.
GROSSETO 5: in attesa delle prossime "camillate" (di cui avremmo fatto volentieri a meno), al presidente che ha gioito del ripescaggio «come per un campionato vinto» diamo un semplice consiglio: lasci lavorare Moriero in santa pace. Non lo farà (conosciamo il personaggio) e allora saranno guai. Anche peggiori del meno 6 da recuperare.
JUVE STABIA 6,5: non c'è più Sau, ma sono arrivati da Sassuolo e Modena due frombolieri che in B offrono ampie garanzie: Bruno e Cellini. Jidayi blinda la mediana, poi tanti cucciolotti pieni di promesse: da Improta (capocannoniere nell'ultimo Torneo di Viareggio) ai fiorentini Agyei e Acosty. L'ombroso Braglia sa il fatto suo e vuole stupire di nuovo. Come in Coppa Italia.
LANCIANO 5,5: massima simpatia per il debutto in B e per la presidentessa Valentina Maio che confida nei gol-salvezza del marito Manuel Turchi. Tuttavia per gli abruzzesi, guidati da un pupillo di Zeman come Gautieri, non si prospetta una stagione facile. Tanti giovani in squadra: scegliamo il milanista Hottor (centrocampista) fra quelli da seguire con maggior attenzione.
LIVORNO 6,5: Spinelli affida a uno dei suoi figli genoani prediletti (il deb Nicola) un compito delicato ma intrigante. Sì, perché questo Livorno, con un paio di innesti (un regista e un difensore centrale), può fare strada. Specie se il presidente non cederà alla tentazione di cedere Paulinho.
MODENA 6: nuova dirigenza (ma Caliendo, Secco e Cannella non hanno bisogno di presentazioni), nuovo allenatore (Marcolin, cresciuto alla scuola di Mancini e Mihajlovic) e in gran parte nuova squadra. Il tutto per un grosso punto interrogativo, conoscendo anche la severità di giudizio dell'affezionato pubblico gialloblù. Pagano e Surraco basteranno ad accendere Ardemagni?
NOVARA 7: Tesser ci mette la faccia, la società l'immutato entusiasmo e un budget comunque adeguato alla categoria. Attacco da sogno per la B, l'ottimo Bardi è chiamato al definito salto di qualità fra i pali, Buzzegoli dà sostanza nel mezzo. Resta da verificare la tenuta della difesa. Obiettivo playoff.
PADOVA 7: nuova chance-promozione per Pea dopo averla a lungo accarezzata nello scorso torneo con il Sassuolo. Organico confezionato su misura sulle convinzioni tattiche del mister. Granoche è l'acquisto boom dell'estate e insieme a Cutolo, Farias e Babacar garantisce una media-gol elevata. Sotto esame il romanista Viviani, uno dei tanti innesti di freschezza.
PRO VERCELLI 6: torna nel calcio che conta un club che ha fatto la storia del football italiano. Alle spalle un gruppo dirigenziale solido e che sa quel che vuole. Non è poco. A disposizione dell'eclettico Braghin (da seguire) un mix calibrato di esperienza e gioventù. Ma l'attacco ha bisogno di peso specifico e il baby Zigoni è tutto da verificare.
REGGINA 7: Dionigi approda, questa da volta da tecnico, in un ambiente "amico". Dettaglio non trascurabile. Perché avrà bisogno di tempo e soprattutto di pazienza per lavorare al meglio su un organico di qualità e quantità, ma che ha poca dimestichezza con la categoria e certi automatismi. Occhi puntati su Comi (figlio d'arte), Fischnaller ed Ely.
SASSUOLO 6: amareggiato per l'epilogo a suo dire "poco trasparente" della scorsa stagione, patron Squinzi (nonché presidente di Confindustria) ha stretto i cordoni della borsa. Pochi ritocchi, Di Francesco opererà nel solco tracciato da Pea. Ma all'appello mancano Sansone, Cofie, Boakye e Piccioni. Scusate se è poco.
SPEZIA 8: irrompe la matricola terribile assemblata senza badare a spese. Ricco sì, patron Gabriele Volpi, ma non scemo. Per cui tutti, dai dirigenti all'allenatore Serena per finire ai giocatori, sono sotto esame. I presupposti per la (clamorosa) scalata ci sono tutti, ma la B non concede divagazioni. E lo Spezia dovrà dimostrarsi macchina da guerra dalla prima all'ultima giornata. Sfida affascinante dall'esito affatto scontato. La pedina-chiave? Di Gennaro, guai fisici permettendo.
TERNANA 6: un 3-4-3 che non concederà un attimo di respiro alle avversarie. Evitati gli stravolgimenti, si è preferito puntellare la squadra con rinforzi mirati. Lauro, Botta e Alfageme conoscono bene la B, Dumitru è attaccante promettente, Meccariello uno dei migliori giovani difensori visti all'opera in Lega Pro. Urge bomber da doppia cifra.
VARESE 6,5: conservato lo zoccolo duro della formazione che con Maran ha peso la finale playoff di giugno con la Sampdoria, ora tocca a Castori (emotivo e sanguigno come pochi altri) cercare quantomeno di mantenersi in quota. Neto Pereira in attacco e Carrozzieri in difesa gli uomini-più. Scelte al momento risicate sulle fasce.
VERONA 8: grande delusa dell'ultimo torneo, rivitalizzata dai progetti ambiziosi del nuovo presidente Setti (ex numero due del Bologna) lancia una nuova sfida. Mandorlini non ha più Tachtsidis (surrogato da Bacinovic: qualche dubbio resta), ma la conferma di Gomez galvanizza i quasi 11mila abbonati (nessuno meglio nell'attuale B). Al Bentegodi si respira aria di Serie A.
VICENZA NG: impietoso giudicare una formazione che fino all'altro ieri pareva condannata alla Lega Pro, dove era retrocessa dopo percorso sciagurato. Ripescaggio che costringe la società ad uscire allo scoperto dichiarando gli obiettivi fissati e agendo di conseguenza nei pochi giorni di mercato che restano a disposizione. Breda merita credito e una squadra all'altezza.
Gianluca Grassi
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