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Redazione

10 settembre 2012

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Il principale problema di Sara Errani e Roberta Vinci, nuove numero uno mondiale del doppio (con il solito asterisco Williams) e fortissime anche in singolare, è che non sono uomini. Diversamente le loro prodezze agli Us Open, appena vinti nel doppio (bissando il successo ottenuto tre mesi fa al Roland Garros), sarebbero state seguite da uno stuolo di inviati per raccontare anche la loro storica sfida nei quarti del singolare, che ha mandato poi la Errani al macello contro Serena Williams in semifinale. Doveroso ricordare l'unico altro successo italiano, juniores esclusi, negli Us Open (Raffaella Reggi, attuale commentatrice di Sky, nel doppio misto insieme allo spagnolo Sergio Casal, storico partner di Emilio Sanchez). Inutile invece ricordare perché lo sport maschile accenda le masse più di quello femminile, anche in realtà come il tennis dove i montepremi sono paragonabili, o criticare media che non fanno altro che seguire la mitica legge del mercato. L'interesse popolare non si può imporre per decreto, in attesa dell'erede di Nicola Pietrangeli (classe 1933) e Adriano Panatta (1950), che potrebbe essersi già materializzato, ma aspettiamo ad esultare, nella persona del sedicenne Gianluigi Quinzi che a Flushung Meadows nel torneo juniores è arrivato ai quarti. Ma dicevamo di Errani e Vinci, che in finale hanno battuto una coppia contro cui avevano sempre sofferto e contro cui avevano perso fra l'altro anche a Wimbledon, portandosi a casa 210mila dollari a testa (più i premi del singolare, 475mila per la Errani e 237mila per la Vinci). Sottotono rispetto al solito la Hradecka, con un fuoco dentro raramente visto la Errani che ha sofferto al servizio ma che per il resto è stata la trascinatrice della coppia azzurra anche se la Vinci, nonostante qualche voléee sbagliata in maniera non da lei, è stata più che positiva. La morale? Dire che 'mancano i campioni italiani', come giustificazione per non parlare di sport diversi dal calcio, è una giustificazione che nel tennis non regge più da tempo, almeno dal trionfo di Francesca Schiavone al Roland Garros 2010. Però nel frattempo nulla è cambiato. Viene criticata la Pellegrini per le sue attività fuori dalla piscina, dalle stesse persone che senza questo tipo di visibilità la tratterebbero come la Errani e la Vinci. Twitter @StefanoOlivari

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