È risaputo che la fretta sia cattiva consigliera. Se poi all'impazienza si aggiunge anche l'invidia, il disastro è annunciato. Così la sfida fra i due "mangiallenatori" più famosi d'Italia prosegue senza sosta. Zamparini caccia Sannino? A Grosseto Piero Camilli pareggia subito il conto (non sia mai) e dà il benservito a Moriero, reo di aver fatto "appena" sette punti in altrettante partite con una squadra che (per Camilli) vale la Juventus. Ma soprattutto colpevole di aver subito per ben cinque volte la rimonta degli avversari (certo, giocare in undici contro nessuno sarebbe l'ideale). La palla passa così a Mario Somma. E le prime parole del nuovo mister sono in perfetto stile-Camilli, a conferma della immediata (ma quanto durerà?) sintonia fra i due: «Bisogna pensare in grande, anche alla Serie A». Cosa dicevamo all'inizio? Ah, già: disastro annunciato…
Chi non si è fatta tradire dalla fretta è stata invece la dirigenza della Ternana. L'iniziale "zero su tre" era roba da brividi, ma nessuno si è sognato di mettere in discussione Mimmo Toscano e il 3-4-3 che ne rappresenta il marchio di fabbrica. Mai fiducia fu meglio riposta. Dieci punti nelle successive quattro partite e squadra che piano piano si sta ritrovando, con Ambrosi che ha abbassato la saracinesca, Dianda e Vitale padroni delle fasce, Di Deo e Carcuro a dare sostanza nel mezzo e la coppia Nolè-Litteri puntuale nel finalizzare il pressing alto dei compagni. Una Ternana pratica e concreta che all'occorrenza abbassa i due esterni sulla linea di centrocampo per fare densità, dimostrando di aver imparato presto la lezione. Sabato l'incrocio con il Cittadella, altra rivelazione di questo avvio di campionato, ammesso che il "vate" Foscarini (all'ottava stagione sulla panchina dei veneti) possa ancora rappresentare una sorpresa. Tridente vero, il suo (Di Roberto-Di Carmine-Maah sono una garanzia), a differenza di altri che spacciano per Formula Tre la semplice combinazione di un solo vero attaccante di ruolo con due centrocampisti esterni (è il caso del Modena, ad esempio). Si rischia qualcosina nelle retrovie, ma la resa lascia un buon sapore in bocca. E attenzione al baby Daniele Baselli (classe 92), prospetto di sicuro avvenire in mediana.
Cesena rigenerato dalla cura-Bisoli. Sette punti in quattro partite, ma soprattutto un solo gol subito a fronte dei dieci incassati nelle prime tre gare. Intendiamoci, nulla di eccezionale sotto il profilo del gioco. Però Bisolone ha inquadrato in un amen la situazione: gli uomini sono questi e bisogna farseli andar bene almeno fino al mercato di gennaio. Quindi cuore in mano, lancia in resta, piena fiducia nella vecchia guardia messa in disparte da Campedelli Jr (vedi Belardi, Ceccarelli e Comotto, nella foto il suo gol nel posticipo di lunedì) e qualche mezzuccio tattico per gettare un po' di fumo negli occhi dell'avversario, com'è successo con il Varese quando ha schierato Succi largo sulla fascia proponendo Defrel nell'insolita veste di centravanti arretrato, costringendo così i due centrali di Castori (Rea e Carrozzieri) a uscire dalla tana per prendere un punto di riferimento in marcatura. Come far nozze coi fichi secchi. Sabato il derby con il Modena, formazione che (vuoi anche per scelte tecniche non sempre ispiratissime) ama complicarsi la vita. Preda ideale per chi è in cerca della svolta. Chissà…
Chiudo con la Juve Stabia. Nessun dubbio che la formazione di Braglia si sarebbe sbloccata. Meno scontato che lo facesse con il Padova. Ha perso Sau, punta da venti reti. Ma adesso ha più soluzioni offensive, molte di grande freschezza (mi riferisco ad Acosty, Mbakogu e Improta), e quindi offre meno punti di riferimento alle difese avversarie. Un'imprevedibilità che Braglia sta giustamente valorizzando rivedendo i suoi piani tattici. Si è così passati dal collaudato 4-4-2 a un 4-3-3 che può declinarsi anche in 4-2-3-1 o in 3-4-3. Bisogna ancora registrare qualche dettaglio in difesa, ma la strada intrapresa dal tecnico maremmano mi pare quella giusta.
Gianluca Grassi
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