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Redazione

25 ottobre 2012

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Il punto della settimana non può non partire con un affettuoso ricordo di Piermario Morosini, ragazzo perbene e giocatore ricco di talento, la cui memoria è stata offesa dai cori beceri di una piccolissima parte della tifoseria veronese. Stefano Olivari si è già soffermato sullo squallido episodio e non intendo aggiungere altro. Massimo rispetto per le decisioni del giudice sportivo e per la sollecita presa di distanza di Verona città (nella persona del sindaco) e società (per voce del presidente Setti). Al resto, sono certo, provvederanno l'autorità giudiziaria, con le opportune azioni legali, la fermezza della gente comune nell'isolare certi "animali" e magari qualche iniziativa ad hoc di una Lega B sinora molto attenta a proporre un'immagine del calcio "diversa" da quella alla quale ci siamo (purtroppo) abituati. E veniamo al primo ko stagionale del Sassuolo. Più che la sconfitta in sé (dopo nove giornate di imbattibilità, un passo falso ci può stare), mi interessa ragionare sul "come" il Cittadella è riuscito a mettere in difficoltà la corazzata neroverde. Lo ha fatto, innanzitutto, aggredendo fin dal primo minuto l'avversario. Banale, direte. Mica tanto. Perché finora era stato sempre il Sassuolo a farsi studiare e, nel maggior parte dei casi, a farsi rincorrere, allentando semmai la morsa (e rischiando qualcosa) soltanto nei finali di gara. Il Cittadella, invece, è partito subito all'attacco, con un pressing molto alto, mantenendo ritmi elevati e mettendo quindi in conto un possibile calo di energie nella ripresa. Un assalto tatticamente non scriteriato, ma studiato molto bene a tavolino da Foscarini. Che ha innanzitutto sbarrato il passo sulle corsie esterne agli affondo di Gazzola e Longhi, rafforzando le catene di destra e sinistra con le costanti sovrapposizioni di Vitofrancesco e di un ispiratissimo Biraghi agli esterni Di Roberto e Giannetti. Gli affanni di Gazzola e Longhi (mai visti tanto in difficoltà) sulle fasce hanno costretto i due centrali Bianco e Terranova ad allargarsi, ad uscire dal guscio, a perdere gli abituali punti di riferimento e ad aprire così nel mezzo un corridoio "franco" nel quale a turno si sono infilati un po' tutti, da Di Carmine a Pellizzer. Se Pomini è risultato il migliore dei suoi, un motivo ci sarà pure. Per non parlare della pressione centrale di Baselli e Schiavon che ha mandato in tilt (incredibile a vedersi) il pensatore Magnanelli, spezzando di fatto in due tronconi il Sassuolo e togliendo rifornimenti ai tre attaccanti, abbandonati al loro destino e quasi mai entrati in partita. Se questa sia la ricetta giusta per mettere in difficoltà la capolista, ce lo dirà domani sera (anticipo alle ore 19) la Juve Stabia. Al momento, il peggior cliente possibile per il Sassuolo, visto che i gialloblù sono reduci da quattro vittorie consecutive (nella foto, il gol di Caserta ad Ascoli). Ma al di là del dato statistico, sarà interessante vedere se la camaleontica formazione campana, che Braglia sta opportunamente riadattando alle caratteristiche dei nuovi arrivati, farà tesoro delle indicazioni arrivate da Cittadella. Sulla carta, Acosty e Baldanzeddu possono procurare gli stessi danni (se non peggiori, specie Acosty) di Vitofrancesco e Biraghi, e lo stesso Mbakogu ha peculiarità (movimento e punta di velocità nel breve) che potrebbero risultare fastidiose per i centrali modenesi. Mancherà invece l'ex Bruno (stiramento al flessore) e almeno questa, per il Sassuolo, è una buona notizia. L'incolore prestazione del Varese, dà ragione ai dubbi espressi la scorsa settimana dal nostro affezionato lettore Giovanni. Sono tornati a esprimersi su buoni livelli Zecchin e Nadarevic, ma continuo a pensare (come ho già ampiamente scritto e motivato) che Castori debba studiare un'alternativa a questo monotono 4-4-2, specie quando di fronte hai squadre (come ha fatto lo Spezia e come faranno altri arrivando al "Franco Ossola") più votate al contenimento che all'offesa. Ribadisco: manca il sussulto, la scintilla, l'invenzione improvvisa che esca dalla lezioncina imparata a memoria. Manca l'effetto-sorpresa, l'uomo che s'intrufoli in area mentre i due attaccanti si prendono a sportellate con gli avversari. Si è rialzato l'Empoli. Mi rifiuto di credere, con Saponara trequartista (emergente tra i più convincenti) e Maccarone-Tavano coppia d'attacco (magari datata, ma pur sempre un lusso per questa B), che i toscani non riescano a salvarsi. E dirò di più: devono riuscirci attraverso il bel gioco, per il semplice fatto che hanno gli uomini giusti per farlo, soprattutto liberando il giovane talento forlivese da sfiancanti compiti di copertura. Con il Modena, però, sarà emergenza in difesa, viste le defezioni di Cristiano e Ferreira. Una brutta tegola, perché l'arretramento di Cristiano sulla linea difensiva, unito al reintegro in porta di Bassi (si può fare a meno di un portiere come lui?), aveva dato più compattezza (ed esperienza) al reparto. Se a Empoli intravvedono la luce, a Lanciano per ora è buio pesto. Gautieri ha tanti problemi da risolvere: le frequenti ingenuità difensive (a cui il pur bravo Leali non riesce sempre a rimediare), l'inadeguatezza di Paghera in regia (poche idee, molte pause), l'inefficacia offensiva (secondo peggior attacco del campionato) di un tridente dove Falcinelli e Fofana stanno facendo rimpiangere Pavoletti, ex bomber di Lega Pro tornato a Sassuolo. Di "zemaniamo" resta solo la formuletta (4-3-3), fino ad ora però vuota di contenuto e di ritmo. Gianluca Grassi Votate il nostro sondaggio sulla Serie B: quali squadre conquisteranno la promozione diretta in A?

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