Franco Scoglio non è più su questa terra dal 2005, ma anche se ha allenato in mezza Italia (sedici squadre) sarà sempre, nell'immaginario collettivo non solo rossoblu, l'allenatore del Genoa. Squadra che ha allenato (tre volte, come il Messina) e adorato a più riprese, amatissimo da un pubblico che per forza di cose era più legato a glorie antiche che al piccolo cabotaggio del presente. Il primo dei suoi ritorni il 22 dicembre 1993, dopo tre anni e mezzo in cui ha collezionato due esoneri (Bologna e Pescara) e risultati altalenanti (il quarto posto con l'Udinese in B, ma anche il dodicesimo con la Lucchese). Scoglio viene richiamato dal presidente Spinelli e si presenta un po' dimesso, atteso da un centinaio di tifosi e da una cinquantina di giornalisti. Spinelli fa da padrone di casa e presenta, si fa per dire, Scoglio e il nuovo direttore tecnico Maurizio Casasco. C'è anche Fulvio Collovati, che ha 36 anni e si è ritirato da poco: anche lui diventa dirigente, i tempi da produttore televisivo per le trasmissioni della moglie Caterina devono ancora arrivare. Il Genoa è terz'ultimo in classifica, alla ripresa della serie A troverà la Cremonese di Gigi Simoni. Scoglio regala meno frasi celebri del solito, forse le ultime disavventure hanno minato qualcuna delle sue certezze: "Non sono certo venuto al Grifone per andare in B. Prendo in consegna da Maselli, col quale poco fa ho avuto un cordialissimo colloquio, una squadra che ha sicure potenzialità. Abbiamo otto giocatori da Nazionale. Se il Genoa è in coda, dipende in gran parte da grossi e ripetuti infortuni. Forse di recente è mancato pure lo spirito. Il calcio è anche questione di nervi. Al Pescara avevo chiesto un mese, al Genoa non ho alibi. Mi si offre una grande occasione che non posso in alcun modo perdere". Non la perderà. Il contratto è di soli sei mesi, la salvezza e la riconferma arriveranno con un finale di campionato strepitoso. Impossibile giudicarlo solo dai risultati, troppo facile archiviarlo nel file 'maghi di provincia'. Di sicuro al suo funerale hanno partecipato oltre diecimila tifosi del Genoa. L'amore non ha bisogno di perché.