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Redazione

3 gennaio 2013

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Javier Zanetti prolunga fino al 2014 il suo contratto con l'Inter e giocherà in serie A fino a 40 anni? Siamo contenti per lui, viste le alternative forse anche per l'Inter. Francesco Totti a 36 anni e passa sta disputando una delle miglior stagioni della sua carriera, sul piano tecnico ma anche fisico? Siamo contenti per lui e di sicuro per Zeman, così nessuno potrà dire che funziona solo quando allena giovani sconosciuti e affamati. Andrea Pirlo a 34 anni è ancora il giocatore che sposta gli equilibri in Italia? Contenti per lui e per la Juventus che ci ha creduto quando in tanti, non solo il Milan che lo ha lasciato andare scelleratamente, lo davano per bollito. Il temino del genere 'vecchio campione che non vuole mollare e dà lezioni ai giovani' piace sempre, perché riguarda quasi sempre personaggi che per meri motivi di età e di presenza mediatica sono ormai diventati trasversali rispetto alle varie tifoserie. Sul piano culturale non è poi così lontano dalla retorica sui giovani che finalmente vengono lanciati, trovano spazio, portano una ventata di aria nuova, eccetera. Tutto questo significa, secondo logica, che il calcio italiano non ha più la capacità finanziaria e di immagine di attrarre i campioni di livello internazionale nel pieno delle proprie carriere. Un calcio di nonni e nipoti, come i nonni e i nipoti che la notte di Capodanno hanno fatto tagliare ai veglioni televisivi di Carlo Conti e Barbara D'Urso traguardi di ascolto che non venivano sfiorati da decenni. E' l'Italia della recessione, che si arrangia con quello che ha è giustamente, per certi versi, lo esalta senza deprimersi. E non è detto che poi sia un'Italia perdente, sia in campo (a partire dalla Champions League, per proseguire con la Confederations Cup) che fuori.

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