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L’ultimo stadio di Cellino

Redazione

4 marzo 2013

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Che Massimo Cellino sia agli arresti domiciliari invece che in carcere è una buona notizia, non perché siamo contro il carcere per i delinquenti (anzi) ma perché questa vicenda specifica mescola in maniera evidente calcio, giustizia, spettacolo e impossibilità di fare imprenditoria vera in un'Italia piena di 'signor no': meno simpatici di quello di Mike Bongiorno ma ugualmente tignosi. In altre parole, prima di distribuire patenti di delinquente, a Cellino o a chiunque altro, guardiamo ai fatti. I termini della questione sono, in estrema sintesi, questi: fondi pubblici del Comune di Quartu Sant'Elena (750mila euro) usati per finanziare lo stadio Is Arenas, che è sì pubblico ma a gestione privata. Da qui l'accusa di peculato da parte della Procura di Cagliari e gli arresti a catena, dal sindaco a vari funzionari passando per Cellino. Secondo il codice penale per peculato si intende il reato in virtù del quale il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, avendo per ragione del suo ufficio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di una altra mobile altrui, se ne appropria. Ma se il reato, per la sua natura, può essere commesso solo da un pubblico ufficiale, cosa c'entra Cellino? Al di fuori delle sottogliezze (nemmeno tanto) giuridiche, c'è la sostanza. Se lo stadio è del Comune, come in effetti è, il Comune non dovrebbe essere libero di spenderci tutti i soldi che ritiene opportuni? Sempre in tema di sostanza, per evitare i soliti discorsi quando ci sono di mezzo Juventus (Cagliari-Juve si è poi giocata a Parma) e Milan (poi Cagliari-Milan dopo vari tira e molla si è davvero disputata a Is Arenas), ricordiamo che l'agibilità ancora manca per problemi di parcheggio e di altri lavori non finiti. E, a dirla tutta, secondo noi dovrebbe mancare in generale perché la capienza di 16.500 spettatori è inferiore a quella chiesta dalla Lega per giocare in serie A anche se una deroga non si nega a nessuno (il Treviso giocò in A con una capienza addirittira inferiore a quella richiesta dalla B). E quindi? Un po' facile il tiro al Cellino, quasi come l'esaltazione dei nuovi stadi che dovrebbero far tornare l'entusiasmo per il calcio italiano. Nuovi stadi di cui Is Arenas non ci sembra far parte, vista la sua natura provvisoria in ogni senso. Invece di fare il compitino esaltatorio di Allianz Arena ed Emirates Stadium, cominciamo però con il chiederci questi nuovi stadi con quali soldi esattamente dovrebbero essere costruiti. Non essendo il momento di finanziamenti statali a pioggia, la strada più sensata e credibile appare in Italia quella dello Juventus Stadium, investimenti privati ma su terreni e aree commerciali praticamente regalati dai comuni. Una strada giusta per il calcio, ma un po' meno per il resto della società visto che qualsiasi imprenditore potrebbe pretendere la stessa corsia preferenziale.

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