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Rangers, il primo passo è fatto

Redazione

1 aprile 2013

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Con un pareggio senza reti in casa del Montrose, terzo in classifica, e con la seguente sconfitta del Queen's Park in casa con l'Elgin City, i Rangers hanno festeggiato la promozione dalla Third alla Second Division, ovvero dalla quarta alla terza serie del calcio scozzese. Dopo il crack finanziario che ha costretto la squadra più titolata del Paese, a ripartire dal gradino più basso delle serie professionistiche, la squadra dei protestanti di Glasgow ha fatto il primo passo verso il ritorno nel massimo campionato. Ed era largamente prevedibile, con una rosa che può vantare il difensore brasiliano Cribari, vecchia conoscenza della nostra Serie A, il terzino Wallace, i centrocampisti Shiels e Black, l’ala Templeton, il capitano Lee McCulloch (in blu dal 2007 e che non ha voluto saperne di abbandonare il club nella fase più difficile della sua storia): tutti giocatori che conoscono benone la Premier League. Professionisti e ben navigati, in un campionato che comprende tutti club semi-pro e un club di dilettanti (il Queen's Park). Uomini più che sufficienti per dominare il campionato, nonostante in estate si fossero registrati addii in massa. Dopo il fallimento, infatti, avevano salutato la compagnia il bosniaco Papac (difensore), i nordirlandesi Davis (centrocampista), Lafferty (attaccante) e Healy (attaccante), lo statunitense Edu (centrocampista) e gli scozzesi McGregor (portiere), Whittaker (difensore), Broadfoot (difensore), Ness (centrocampista), Fleck (attaccante) e Naismith (attaccante): gente stabilmente in nazionale e che non ha faticato a trovare nuove sistemazioni.

Per la prima volta, è mancato lo scontro con i rivali di sempre del Celtic, che i tifosi sognavano di giocare in Coppa di Scozia o in Coppa di Lega. Così non è stato perché il cammino dei “nuovi” Rangers si è fermato in entrambe le competizioni con uno 0-3 contro squadre di Premier League: contro l’Inverness nei quarti di Coppa di Lega (a ottobre), contro il Dundee United negli ottavi di Coppa di Scozia (a febbraio). E anche il cammino nella Challenge Cup, il torneo riservato alle squadre della Football League (ovvero secondo, terzo e quarto gradino del calcio scozzese), si è fermato ben presto, con un ko ai rigori contro il Queen of the South a settembre. Un successo ai supplementari sul campo del Brechin City, proprio nella Challenge Cup, è stato l’incontro che ha ufficialmente inaugurato, lo scorso 29 luglio la prima stagione dei Rangers in quarta serie. Era una squadra ancora in costruzione, e che ancora non aveva esaurito il suo mercato: in quella sfida ad esempio, c’era ancora lo statunitense Bocanegra, poi passato in prestito al Racing Santader, in Spagna. Poi è stata la volta del debutto in campionato, l’11 agosto. Sul campo del Peterhead, i Gers si salvano al 90’: un gol di Little (il capocannoniere della squadra) li salva da un debutto-figuraccia. Finisce 2-2. L’inizio di stagione non è facile: è vero che in casa arrivano vittorie ampie, ma in trasferta i Rangers devono attendere addirittura il 28 ottobre per ottenere la prima vittoria. Che arriva nel derby: che ovviamente non è più contro il Celtic, ma contro il modesto Clyde, club che ha comunque tre Coppe di Scozia in baceca. Una realtà ben diversa da quella cui erano abituati giocatori e tifosi dei Blues: stadi da tre-quattro mila posti, paesi piccoli che hanno per la prima volta la possibilità di affrontare una squadra così blasonata. Insomma, tanto da perdere e poco da guadagnare: le vittorie che Stirling e Annan Athletic (quest’ultimo addirittura a Ibrox!) hanno conseguito contro i Rangers sono il momento più alto della storia di queste piccole società, e di rimando, i momenti peggiori della gloriosa storia del club di Glasgow.

C’è stata dunque qualche battuta a vuoto che ha fatto storcere il naso (giusto di un paio di settimane fa è lo striscione “less time tweeting, more time training, “meno tempo a twittare, più tempo ad allenarsi”), ma la pochezza degli avversari e lo strapotere della squadra di Ally McCoist hanno fatto sì che già a marzo quello del primo posto - catturato all’ottava giornata e da lì mai più lasciato - fosse un discorso archiviato. Il primo passo è fatto.

Giovanni Del Bianco @g_delbianco

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