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Etica per l’intellettuale Osvaldo

Redazione

29 maggio 2013

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Pablo Osvaldo non parteciperà alla Confederations Cup con la maglia dell'Italia non perché si sente argentino (giustamente, visto che lo è), ma perché ha litigato con il suo allenatore (ormai ex allenatore, che l'attaccante lasci o no la Roma) Andreazzoli dopo la finale di Coppa Italia persa male contro la Lazio. Anche se la motivazione para-ufficiale è quella che riguarda la premiazione disertata, come se tutta Italia fosse rimasta turbata dal mancato ritiro di quella medaglietta. Più volte abbiamo sottolineato il lato grottesco delle convocazioni 'etiche' di Prandelli, anche quando si sono basate su fatti oggettivi come espulsioni, squalifiche o procedimenti giudiziari, ma con il caso Osvaldo il c.t. che in molti vorrebbero proprio sulla panchina della Roma si è davvero superato. Se icona della della patria calcistica è uno come Paolo Rossi, eroe del Mondiale 1982 dopo due anni di squalifica per il calcioscommesse, e capitano della nazionale etica di Prandelli è uno come Buffon che si era comprato un diploma di scuola superiore falso (il famoso 'esempio per i giovani' tanto caro al c.t.), ci risulta incomprensibile il pugno di ferro per un tweet rivolto ad un tecnico che era stato il primo a buttare benzina sul fuoco (mai sentito un allenatore dare del 'fregnone' al suo centravanti, nemmeno nei tornei aziendali) con dichiarazioni che di sicuro non hanno alzato il valore di mercato del giocatore. Divertente il contorno, con la morale a Osvaldo fatta da uno come Lotito, squalificato per Calciopoli. Come al solito non ci sono grandi retroscena. Osvaldo è un personaggio scomodo, uno che secondo una certa visione del mondo non fa gruppo (in un ambiente di ignoranti basta un libro magari per caso preso in mano per guadagnarsi la fama di intellettuale) e che ha troppa visibilità fuori dal calcio. Non è indispensabile alla Nazionale, visto che dopo l'era bad boy siamo al 'Balotelli più altri dieci', e allora Prandelli coglie la palla al balzo per levarselo di torno. Lasciando la porta socchiusa, perché non si sa mai. L'asticella dell'etica può sempre essere spostata.

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