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Bundesliga da non lasciare

Redazione

9 agosto 2013

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Il Bayern Monaco potrebbe fare a meno della Bundesliga così come il Paris Saint Germain della Ligue 1, tanto per citare i due grandi campionati nazionali al via. Discorsi validi se il calcio fosse uno spettacolo, un po' meno se si pensa a cosa rappresenti questo sport per milioni di persone: nella maggior parte dei casi le poche ore decenti della settimana, di sicuro le uniche con un po' di speranza. E allora perché, non solo a parole, puntano tantissimo sul loro 'scudetto' invece che mettere la testa solo su quella Champions League che sarebbe la loro vera dimensione? E' impensabile che i campioni d'Europa, guidati da uno dei migliori allenatori del mondo e rinforzati da Gotze e Thiago Alcantara, non prevalgano al termine di 34 giornate (la Bundesliga è a 18 squadre, si evita ed evita ai suoi cultori un mese di partitacce) su un Borussia Dortmund che gioca forse meglio ma ha una qualità media dei singoli più bassa. Stesso discorso, elevato al quadrato per il PSG: non siamo neppure tanto certi che il ricchissimo Monaco di Ranieri sia tanto meglio di Marsiglia e Lione... Però non è pensabile abolire i campionati nazionali o disputarli senza i top club: per l'anima profonda della tifoseria, che ancora non riusciamo a definire clientela, essere i primi a casa propria è la base di tutto e i successi internazionali sono motivo di orgoglio ma comunque un di più. E' una delle fortune del calcio, sport globale che però non può prescindere dalla sua dimensione provinciale. Essere campione d'Ungheria è per il Gyor una conquista enorme, tutti i suoi giocatori sono professionisti e comunque 15mila persone a partita li vanno a vedere. Eppure si tratta, ad essere generosi, della trecentesima squadra del mondo (nel ranking Uefa occupa la posizione numero 277). Se prendiamo il tennista numero 300 del mondo o, tornando agli sport di squadra, la squadra di pallacanestro con un valore simile, ci troveremmo di fronte a gente che fatica a mettere insieme il pranzo con la cena. Lunga vita ai campionati nazionali, paradossalmente rischiano di averla più lunga rispetto alle nazioni di cui sono espressione. Twitter @StefanoOlivari

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