Il valzer degli attaccanti che nessuno vuole poteva essere la degna conclusione di un calciomercato in cui quasi tutte le squadre di serie A si sono mosse in maniera contraddittoria, ma questo valzer (aahhh, le belle estati degli anni Settanta e Ottanta, quando ci credevamo) alla fine non c'è stato. Gilardino rimane al Genoa, Quagliarella alla Juventus, Borriello alla Roma: solo Gilardino ha realistiche possibilità di essere titolare, ma non è che i tifosi del Genoa siano scesi in piazza a festeggiare. Adesso che almeno fino a gennaio è finita, si possono dare giudizi semi-definitivi sulla percentuale di miglioramento delle squadre. Diciamo 'semi' perché in uscita il mercato è sempre aperto e grazie ad emiri di bocca buona qualche bilancio potrà essere sanato.
Meglio dell'anno scorso, ad alto livello, sembra solo il Milan. Che continua a non avere una gran difesa, ma si è rinforzato moltissimo da centrocampo in su. Il dinamismo di Poli unito alle varianti tattiche che consente Matri (soprattutto consente a Balotelli di prendere meno calci), più il prestigio di un Kakà forse non ancora finito anche se uno che lo conosce bene come Ancelotti questo nella sostanza pensa. Insomma, nonostante un Berlusconi vicino più a parole che con la cassa Galliani è riuscito a primeggiare sui concorrenti: incredibile come Marotta abbia rinforzato un'avversaria diretta con Matri e come l'Inter si ritrovi sull'altra sponda l'ennesimo giovane valutato male (Poli). Proprio i bianconeri hanno fatto un'aggiunta di qualità, Tevez, in mezzo a gente che il campo lo vedrà poco come Llorente o a giocatori meno affidabili dei colleghi di reparto come Ogbonna. Rimangono i più forti, ma un centrocampista di rincalzo sarebbe servito. Giaccherini è una grave perdita, forse poteva essere una pedina di scambio da giocarsi meglio.
Al di là del marketing giornalistico, che va accettato senza snobismo (perché ai lettori mediamente la scherma interessa meno del valzer degli attaccanti bolliti), non riusciamo a comprendere l'entusiasmo mediatico per il mercato di Napoli, Roma, Fiorentina e quello, più moderato (c'è un limite a tutto), per le mosse dell'Inter. Il Napoli ha sostituito un fuoriclasse assoluto come Cavani con un ottimo attaccante come Higuain, ha lasciato un portiere affidabile come De Sanctis per uno che il Liverpool non voleva più, ha decretato d'ufficio che uno scarto del Real Madrid come Callejon è un campione e lo ha pagato come tale. Viene da dire che il suo migliore acquisto è Benitez, così come potremmo dire la stessa cosa dell'Inter con Mazzarri. La Roma ha pensato ad incassare tantissimo, fra Lamela e Marquinhos ha portato a casa 60 milioni di euro, ma ha messo a segno anche colpi interessanti: da Liaijc a Strootman, passando per De Sanctis e il riciclaggio di Maicon. E' ancor più di prima la squadra di De Rossi e Totti (Garcia lo ha intelligemente ammesso), di sicuro il suo livello non si è alzato. Tanti arrivi e partenze, a ritmi aeroportuali, anche per la Fiorentina, ma dei nuovi il campo lo vedrà con continuità solo Mario Gomez, che il Bayern Monaco non si è dannato per trattenere: stesso discorso di Cavani-Higuain, via un fuoriclasse (Jovetic) scontento e dentro un ottimo giocatore che renderà in base al gioco della squadra. Chiudiamo con l'Inter, che incredibilmente ha chiuso con un saldo negativo nell'ordine dei 40 milioni di euro una sessione di mercato che alla squadra titolare schierata da Mazzarri ha regalato solo Campagnaro (oltretutto arrivato gratis): società in piena transizione, non è ancora chiaro verso che cosa, e allenatore che dovrà fare miracoli. Conclusione? No al disfattismo standard, perché la nostra serie A è come minimo il quarto torneo calcistico più seguito al mondo, ma quasi nessuno è migliorato. Molte transazioni, è vero, anche come abbiamo già detto contraddittorie, ma la quantità ha sempre un suo perché. Commissioni, per dirla in una parola.
Twitter @StefanoOlivari