Esiste un disegno di due governi, quello del calcio italiano e quello del Paese, per tenere la gente a casa davanti alla televisione? Dalla risposta a questa domanda dipende la soluzione della vicenda dei cori di 'discriminazione territoriale' (invenzione della Figc, andando ben oltre la già rigida normativa Uefa che di recente è stata applicata alla Lazio per i cori contro il Legia Varsavia), che non può evidentemente essere lasciata alle iniziative che gli ultras di quasi tutta Italia, fatta eccezione per quelli foraggiati dalle società (c'è almeno un caso clamoroso), stanno meditando di prendere in vista della ripresa della serie A dopo la sosta per le nazionali. Già annunciata quella congiunta delle curve di Milan e Inter, altre seguiranno. In sostanza lo 'squalificateci tutti' che si sta delineando, con il sommarsi delle recidive che in linea teorica potrebbe portare all'esclusione del club dal campionato (!), potrebbe essere debellato da una semplice iniezione di buon senso da parte del Giudice Sportivo e dei suoi delegati dall'udito selettivo. Non drammatizziamo, insomma, anche se questa storia ha di sicuro riconsegnato la ribalta mediatica agli ultras. Rimane però il problema di fondo: in un momento come questo, con oltre il 40% dei giovani fra disoccupazione e dintorni, si preferisce tenere la gente a casa che in giro per le strade. Dal punto dei vista dei club, poi, Infront o non Infront, i soldi sicuri di Sky e Mediaset sono preferiti a quelli incerti di chi decide di volta in volta se andare allo stadio. Perché se sono circa 23 milioni gli italiani interessati al calcio, con varie gradazioni di intensità, le tessere non sono nemmeno un ventesimo. Tanto per non essere generici: l'anno scorso all'Osservatorio del Viminale le tessere rilasciate risultavano circa 1.014.000. Per quest'anno non ci sono ancora stime ufficiali, ma non essendoci stato un boom di interesse per il calcio è impossibile che si sia superata quota 1.100.000. Quale azienda già in partenza decide di trascurare il 95% del suo mercato potenziale? Una che non crede nel proprio prodotto, di solito. O che l'ha già venduto a gente che ormai accetta tutto passivamente.
Twitter @StefanoOlivari