Blatter come Letta o Obama. Anche la FIFA ormai governa con i risultati dei sondaggi sul tavolo, facendo credere ai sudditi di contare qualcosa. La storia della tripla sanzione (espulsione, calcio di rigore e squalifica) in molti casi da moviola, tipicamente quelli in cui è coinvolto un portiere in uscita bassa alla disperata, è in questo senso esemplare. Non c'è addetto ai lavori o spettatore che non la ritenga un'assurdità, a maggior ragione nelle situazioni dubbie (quelle dove il moviolista amico recita il mantra del 'Bravo l'attaccante a cercare il contatto'), ma solo adesso che la FIFA vuole mettere mano alla norma il terreno viene preparato con un sondaggio ad hoc. Lanciato dall'interessante settimanale online della FIFA, FIFA Weekly, mentre stiamo scrivendo queste righe ha dato come risultato una quasi unanimità contro la norma. Quindi potremmo già scommettere che durante la prossima riunione dell'International Board la norma sarà modificata, come minimo con il cartellino giallo al posto del rosso e come massimo con l'introduzione delle tecnologia per analizzare e rianalizzare le azione incriminate. Modalità scontate in caso di gioco fermo (l'arbitro fischia il rigore e poi eventualmente dopo il replay cambia idea) e tutt'altro che scontate a palla in movimento (l'arbitro non fischia il rigore, riservandosi di controllare in seguito il video, ma se sul ribaltamento di gioco venisse segnato un gol?). In ogni caso con la tecnologia in situazioni non solo di posizione (come il gol-non gol) si può dire che davvero nascerà un nuovo calcio, più artificiale ma anche più pulito. Di sicuro la 128esima riunione dell'IFAB, prevista per il primo di marzo a Zurigo, sarà di quelle che segneranno la storia del gioco e quindi la vita di tutti noi che, a vario titolo, gli dedichiamo la maggior parte della nostra vita. Intanto si discuterà della regola 4 (perdonate, siamo ex arbitri), quella sull'abbigliamento dei calciatori: possibile che venga normata la possibilità (ripetiamo: possibilità) per tutti i giocatori in campo di avere caschetti protettivi che non procurino però danni agli avversari, del tipo di quelli usati da Cech o da Chivu. Più concretamente, si dirà anche una parola decisiva sulla presenza degli sponsor sulle sottomaglie. Ma soprattutto, verrà vietata in maniera tassativa la presenza in ogni dove di messaggi o slogan di tipo politico, religioso o anche personale (anche un eventuale 'Irina te amo', quindi). Interessante l'ipotesi, che potremmo però definire quasi certezza (i 4 delegati FIFA, su 8 totali dell'IFAB, la proporranno) di sostituzioni libere nel calcio giovanile e dilettantistico, al limite anche con rotazioni (dentro-fuori-dentro eccetera) tipo pallacanestro o hockey: la FIFA lascerà alle singole federazioni la libertà di decidere in tal senso. Il proposito è chiaro: coinvolgere il maggior numero di persone possibile nel mondo FIFA, gonfiando così i tesseramenti a parità di numero di squadre. Il calcio sta cambiando, anche se non ha ancora trovato il coraggio di mettere davvero mano al fuorigioco, ormai diventato un mostro sostenuto da direttive cervellotiche (quella della scorsa estate, sulla volontarietà dell'intervento 'sbagliato' dal difensore che rimette in gioco l'attaccante, le supera tutte) e reso meno orrendo dal buon senso degli arbitri. O lo si abolisce del tutto, soluzione auspicabile ma poco 'politica', o si fa entrare la tecnologia anche lì. E quindi? Un uomo di 78 anni, con tutto il rispetto per gli anziani, non sta ipotecando solo il futuro organizzativo dello sport più popolare del mondo, ma anche il gioco in senso stretto. La cosa peggiore è che sembra più aperto all'innovazione rispetto al suo possibile successore, più giovane di quasi vent'anni.