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Il regalo della Roma a Roma (forse)

Redazione

28 marzo 2014

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Chi pagherà il nuovo stadio della Roma? Non è un dettaglio, visto che i suoi costi di costruzione saranno ottimisticamente di 300 milioni di euro, per il solo stadio, arrivando al miliardo (stima del presidente giallorosso James Pallotta) con infrastrutture, negozi e tutto quello che dovrà far vivere commercialmente la zona sette giorni su sette, secondo il mantra dei 'giornalisti da impianto di proprietà'. Una curiosa categoria, che dall'elogio del gigantismo parastatale stile Italia Novanta (Acqua Marcia, in tutti i sensi) si è riconvertita al culto del 'piccolo è bello'. Un culto obbligato, visto che la media partita della serie A 2013-14, mentre scriviamo queste righe 21.899, è il 57% di quella di metà anni Ottanta… Detto che il progetto è bellissimo, che i richiami al Colosseo avranno un bel riscontro internazionale al netto dei Fuksas rosicanti, che quella della curva Sud incombente è una buona idea e che l'inaugurazione fra due anni e mezzo è molto ottimistica, torniamo a chi ci dovrebbe mettere i soldi. Prima di tutto il progetto deve essere approvato dal Comune di Roma, cosa che non è scontata anche se le pressioni sul sindaco Marino saranno fortissime: quale primo cittadino vorrebbe passare elettoralmente come l'affossatore della squadra di casa? Pallotta ha assicurato che non verranno usati soldi pubblici e la posizione è meno 'americana' di quanto sembri, perché molti stadi e molti palazzi dello sport di leghe professionistiche sono costruiti con contributi pubblici diretti e soprattutto indiretti (facilitazioni fiscali, licenze commerciali, concessioni con scadenze lunghissime). Magari questo punto sarà riconsiderato, perché il miliardo di euro è una cifra che fa paura e non è che il pianeta sia pieno di fondi di investimento desiderosi di investire tanto sul calcio. A margine di tutto bisognerebbe ringraziare il vituperato calcio: perché buona parte delle infrastrutture (soprattutto trasporti) che il Comune chiede alla Roma di accollarsi sarebbero in realtà di competenza pubblica e gli stessi 'modelli virtuosi' da noi esaltati acriticamente, uno per tutti il Bayern Monaco, hanno costruito i propri impianti in contesti resi vivibili da fondi della municipalità, dello Stato o addirittura europei. Insomma, se Pallotta riuscirà in qualche modo ad andare avanti (glielo auguriamo, ma non ci scommetteremmo) sarà la Roma a finanziare la città di Roma e non viceversa.

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