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Spunti di sport - la lezione di Klas

Redazione

19 aprile 2014

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Ci sono campioni capaci di regalarti delle grandi emozioni. Non importa se al momento stiano praticando o meno sport: a volte anche un determinato gesto può darti tantissimo dentro, e magari, in certi frangenti, regalarti una bellissima lezione di sport ma anche di vita. La storia che andiamo a raccontare riguarda un giocatore che il calcio italiano conosce piuttosto bene, avendo militato prima nel Bari e poi nel Bologna tra il 1995 e il 2000. Dopo una brevissima esperienza all'Olympique Marsiglia, tornò in Italia, e più precisamente al Lecce, dove al termine della stagione 2000/2001 si ritirò dall'attività agonistica. Stiamo parlando di Klas Ingesson. Sono passati tanti anni da quando il centrocampista svedese di Ödeshög, militava nel nostro campionato. Chi non ricorda le tre stagioni a Bari dell'ex capitano il quale, dopo la retrocessione in SERIE B al termine della stagione 1995/96 riuscì a ritornare immediatamente la stagione successiva nella massima serie, guidato da Eugenio Fascetti? Chi non ricorda quel soprannome, “gigante buono”, che la tifoseria del Bari gli aveva attribuito vista la sua somiglianza con Dolph Lundgren, attore anch'egli svedese, celebre per aver interpretato in Rocky IV del 1985 il ruolo del puglie russo Ivan Drago? Chi non ricorda poi, le due stagioni a Bologna (guidato nella prima stagione da Carlo Mazzone, e nella seconda prima da Sergio Buso e poi da Francesco Guidolin) con il goal vittoria segnato allo Slavia Praga su colpo di testa all'83° minuto di gioco, con la formazione felsinea che arrivò a giocarsi la semifinale contro il Marsiglia nella stagione 1998/99? Dopo essersi ritirato al termine della stagione 2000/2001 nelle file del Brescia, Klas torna nel 2010 nel mondo del calcio come allenatore delle giovanili dell'Elfsborg. Due anni prima aveva dovuto combattere contro un tumore, e più precisamente contro un mieloma multiplo, un tumore del sangue che riguarda precisamente le plasmacellule, delle cellule cioè appartenenti al sistema immunitario, presenti nel midollo osseo, e che hanno la funzione importantissima di produrre anticorpi, vincendolo almeno in una prima fase. Un tumore che tornerà a farsi vivo, nel Gennaio dello scorso anno ma che Klas riuscirà nuovamente a sconfiggere dopo cicli di chemioterapia, un trapianto di cellule staminali, e sebbene purtroppo un'osteoporosi, legata direttamente alla malattia abbia costretto Klas ad avvalersi di un deambulatore per potersi muovere. Eppure, nonostante tutto, nonostante purtroppo la stanchezza fisica, Klas con la stessa grinta battagliera che aveva caratterizzato il suo passato di calciatore, in seguito all'esonero del tecnico Lennartsson lo scorso Settembre, aveva accettato la panchina dell'Elfsborg, squadra militante nel campionato svede, l'Allsvenskan. Panchina che se da una parte gli riserva anche delle buone soddisfazioni a fine stagione, a inizio campionato riserva anche alcune critiche. Dopo la sconfitta occorsa in trasferta contro l'Atvidabergs per 2-1 lo scorso 31 Marzo (vantaggio dei padroni di casa al 19° minuto di gioco con Santos, raddoppio al 66° minuto con Abubakari, e goal della bandiera dell'Elfsborg all'87° con Frick), diverse sono le proteste sopratutto sui media locali nei confronti proprio del tecnico e delle sue condizioni di salute, considerando anche che proprio al termine della gara Klas, cadendo all'interno dello spogliatoio, si era fratturato un braccio. "Non può allenare ridotto così". Questo il commento di numerosi commentatori locali. E questo sebbene Ingesson, nonostante non abbia ancora il patentino di allenatore, sia amato sia dai suoi giocatori, sia dalla grande maggioranza dei tifosi della formazione giallonera. La risposta di Klas non si fa attendere, con una lettera aperta pubblicata sul sito dell'Elfsborg (http://www.elfsborg.se/oevriga/91-oevrigt/31809-personligt-brev-fran-klas-ingesson). «Ho letto molte discussioni sul mio ruolo da allenatore legate alla mia malattia e mi hanno infastidito. Fisicamente e mentalmente non ho alcun problema a fare il mio lavoro: i miei valori sono equivalenti a quelli che avevo nel 2009 prima di ammalarmi, quindi significa che sono sano. Di certo il cancro e i vari trattamenti a cui mi sono sottoposto hanno reso il mio corpo muscolarmente più debole di cinque anni fa: non ho il fisico che ci si aspetta da un 45enne, dato che soffro anche di osteoporosi, ma voglio essere giudicato come tutti gli allenatori sono per i miei risultati e per le mie capacità, non per il mio stato fisico. E' diritto di ogni persona essere giudicato per ciò che sa fare, non perché ha una malattia o una disabilità: il calcio e l'Elfsborg sono la mia gioia, sono ciò che mi dà forza». Venerdì 4 Aprile, Stadio Boras Arena. Nello stadio, inaugurato nel 2005, è in programma l'anticipo della seconda giornata dell'Allsvenskan che vede l'Elfsborg ospitare in casa l'Hacken. Una partita che gli uomini di Ingesson vinceranno nella ripresa negli ultimi venti minuti con un micidiale uno-due con Svennsson al 72° minuto di gioco e Larsson al 78° minuto. L'Hacken non ci sta a perdere e riapre la partita all'83° con Makondele. L'Elfsborg riuscirà però a chiudere la partita al 92° minuto su Nilsson su calcio di rigore, fissando così il punteggio finale sul 3-1 a favore degli uomini di Ingesson. A beneficio degli appassionati, questa è una breve sintesi della partita. Al triplice fischio finale, da parte dell'arbitro, i giocatori dell'Elfsborg si dirigono sotto la curva per festeggiare la prima vittoria stagionale. All'abbraccio con la curva non può mancare, Klas, il quale, a bordo della sua sedia a rotelle e spinto dal suo assistente, Janne Mian, va a ricevere l'abbraccio fortissimo, sia dei suoi giocatori, sia della curva, come possiamo vedere in questo filmato. Alla vittoria contro l'Hacken conseguita dall'Elfsborg lo scorso 4 Aprile, è seguita poi la seconda vittoria consecutiva in casa da parte degli uomini di Ingesson ottenuta in data 17 Aprile: 1-0 contro l'Helsingborg, con la rete decisiva segnata al 44° minuto del primo tempo da Larsson. Un bellissimo momento di sport e di vita, quello regalatoci da Klas, il quale fortemente impegnato nella continua lotta contro la malattia, sconfitta per la seconda volta (speriamo davvero di cuore definitivamente), nonostante tutto non solo continua dunque ad allenare l'Elfsborg, ma ancor più continua pur con tutti gli acciacchi della malattia ad essere quel duro combattente e a mostrare quella grinta che abbiamo imparato a conoscere quando giocava. Una grinta unica, tipica dei grandi campioni. Tipica, insomma, dei numeri 1. Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

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