Un duello entrato nella storia della FORMULA 1. Sorpassi, controsorpassi senza timori riverenziali l’uno dell’altro, con in testa un solo obiettivo: il secondo posto. Un duello, quello tra Gilles Villeneuve, sulla Ferrari F 312T4 e Rene Arnoux su Renault Turbo che infiammò non solo il pubblico di DIGIONE, ma tutti gli appassionati di FORMULA 1. Quel 1° Luglio 1979 fu una giornata veramente emozionante: da una parte la prima vittoria di un motore turbo compresso, utilizzato dalla Renault del compagno di squadra di Arnoux, Jean Pierre Jabouille; dall’altra quel GP di Digione fece scoprire ai tifosi della Ferrari Gilles Villeneuve. Un personaggio, il pilota canadese che, grazie a quella gara entrò nel cuore dei tifosi della Ferrari, e da lì non ne se ne sarebbe più andato.
IL GRAN PREMIO DI DIGIONE
Domenica 1° Luglio 1979. Sul circuito di Digione si corre il Gp di Francia, ottava prova delle 15 in programma della stagione 1979 del mondiale di Formula 1. Siamo insomma, al giro di boa della stagione. Come nella prima parte della stagione, anche in queste ultime 8 gare, il pilota può scegliere delle 8 gare in programma i 4 migliori risultati (allora, infatti la classfica del mondiale, a differenza di ora era costituita dagli 8 migliori piazzamenti di ciascun pilota nelle 16 gare inizialmente comprensive del mondiale. Gli 8 peggiori piazzamenti (4 nelle prime 8 gare e 4 nelle ultime 8 gare) venivano scartati).
La classifica del Mondiale piloti vedeva in testa il pilota sudafricano della Ferrari, Jody Schekter con 30 punti, seguito dal pilota francese della Ligier-Ford Jacques Laffite a 26 punti, e a 20 punti un terzetto costituito dal pilota franco-canadese della Ferrari, Gilles Villeneuve, dal francese Patrick Depailler su Ligier-Ford, e dall'argentino Carlos Reutemann, fresco ex ferrarista, su Lotus-Ford.
Per la classifica Costruttori in testa trovavamo la Ferrari in testa con 54 punti, seguita dalla Ligier-Ford a 46 punti, e dalla Lotus-Ford a 37 punti.
Inizialmente il Mondiale 1979 prevedeva 16 gare; non a caso quella di Digione sarebbe dovuta essere la nona gara, dopo il GP di MONACO, svoltosi il 27 Maggio e il GP di Svezia, in programma originariamente il 16 Giugno.
Solamente il 22 Maggio, pochi giorni prima del GP di Monaco, la FISA (Fedrazione Internazionale Sport Automobilistico, antesignana dell'attuale FIA, Federazione Internazionale dell'Automobile) decise di annullare la corsa svedese in quanto gli organizzatori della corsa avevano fornito con un forte ritardo quelle garanzie economiche che la Federazione chiedeva per lo svolgimento della gara, non considerando neanche valido l'accordo che era stato trovato tra gli organizzatori della corsa e Bernie Ecclestone.
Dunque, dopo il GP di Monaco, dopo un mese di pausa forzato, la Formula 1 ripartiva dalla Francia e più precisamente da Digione per la seconda parte del Mondiale.
Occasione, questa, per portare in campo anche delle novità, come ad esempio fece la Renault, la quale, dopo aver affidato al solo Jean Pierre Jabouille in occasione del Gp di Spagna a Jarama la RS 10 progettata da Michel Tètu, dotata di motore turbo, frutto di due anni di duro lavoro, a partire da questo Gp assegnò la stessa monoposto anche all'altro pilota della scuderia, Renè Arnoux.
Questa scelta risultò subito azzeccata per il team transalpino, fin dal venerdì mattina con le due Renault più veloci di tutte, con Jabouille che risultò essere il pilota più veloce con il tempo di 1'07"410, 56 centesimi di secondo più rapido del suo compagno di squadra, il francese Renè Arnoux (1'07"960) e quasi 80 migliore di Villeneuve (1'08'18).
Stessa situazione si presentò nella giornata di sabato con le qualifiche che videro Jabouille davanti a tutti con 1'07"19, seguito dal compagno di squadra Arnoux con il tempo di 1'07"45 e da un ottimo Villeneuve a bordo della sua F 312 T4 staccato di pochissimi millesimi con il tempo di 1'07"65"; quarto Nelson Piquet su Brabham motorizzata Alfa Romeo in 1’08’’13, quinto Jody Schekter sull’altra Ferrari F 312 T4 in 1’08’’15, e sesto Niki Lauda sull’altra Brabham in 1’08’’20.
Al via Gilles Villeneuve fece veramente un’ottima partenza, passando immediatamente in testa alla classifica, con Jabouille secondo. Chi invece non fece un’ottima partenza fu Rene Arnoux: secondo in griglia, al termine del primo giro era addirittura nono!
Arnoux, come logico prevedere, fu il protagonista dei primi giri grazie a una Renault Turbo veramente molto competitiva sul circuito francese: passò Jones al terzo giro, poi Lauda, poi al settimo giro il pilota francese Jarier, per poi portarsi all’11° giro in quarta posizione dopo aver superato Nelson Piquet. Al 15° giro Scheckter su Ferrari andò in grande difficoltà a causa delle gomme, e così venne anch’egli superato dall’arrembante pilota francese, che si andò così a collocare al terzo posto. Davanti a lui, era sempre in testa Villeneuve seguito da Jabouille.
Al 47° giro Jabouille superò Villeneuve passando così in testa alla classifica e riuscì al contempo a costruire un certo margine nei confronti del pilota canadese. Da sottolineare che al 55° giro Jody Schekter fu costretto a fare una sosta ai box per sostituire le gomme (allora i pit stop erano quasi rari).
Gli ultimi giri di gara videro Villeneuve in crisi con i freni; Arnoux ne approfittò immediatamente,portandosi a pochi millesimi dal pilota franco-canadese. Negli ultimi tre giri i due piloti dettero vita a un intenso duello, entrato nella storia della FORMULA 1, fatto di sorpassi e controsorpassi, toccate al millimetro e ad alta velocità, con la F 312 T4 di Villeneuve più veloce nel misto, che caratterizzava buona parte del circuito e la Renault più veloce nel rettilineo del traguardo. Al termine della gara sarà la Ferrari del pilota franco canadese a prevalere per soli 24 millesimi.
Questi gli ultimi giri del duello, commentati da Mario Poltronieri e trasmessi all'epoca dalla RAI.
La gara vide così la vittoria di Jean Pierre Jabouille su Renault turbo (la RS 10; sarà la prima vittoria in assoluto nella storia della Formula 1 per un motore turbo), seguito a 14”59 da Gilles Villeneuve su Ferrari F 312 T4, e da Renè Arnoux, anch’egli su Renault turbo, staccato di soli 24 millesimi dal pilota franco-canadese. Da rilevare il fatto che a salire sul podio di questa gara erano piloti i cui team si costruivano tutto praticamente in casa; non solo il telaio ma anche il motore. Roba non da poco, a quei tempi, visto e considerato che l'ultima volta in cui ciò era successo, risaliva al Gp d'Olanda del 1971, allora disputato sul circuito di Zandervoort, che, per dovere di cronaca, vide la vittoria di Jacky Ickx, a bordo della Ferrari, seguito a quasi 8 secondi dal messicano Pedro Rodriguez su BRM, e staccato di un giro, da Clay Regazzoni sempre su Ferrari.
Se, dunque, a prevalere in pista fu il pilota franco-canadese della Ferrari, bisogna anche dire che Gilles Villeneuve e Renè Arnoux, fuori dalla pista, erano assolutamente ottimi amici; questo duello in pista, molto intenso, ma disputato con la massima correttezza da entrambi i piloti, finirà per rafforzare ulteriormente la loro amicizia.
Un'amicizia, la loro, che purtroppo si concluderà in maniera tragica a causa della scomparsa di Gilles in occasione delle prove ufficiali del Gp Del Belgio 1982 a Zolder, e con il pilota francese che non dimenticherà mai di ricordare il pilota franco-canadese.
Significativo il fatto che a guidare la F 312 T4 in occasione del trentennale della scomparsa di Villeneuve, prima di affidarla al figlio Jacques a Fiorano sia proprio lui, Renè, a Castel D'Ario (paese del Mantovano noto per aver dato i natali ad un altro grande asso del volante, Tazio Nuvolari), dinanzi alla moglie di Gilles, Joanna, e allo storico capomeccanico della Ferrari, Giulio Borsari.
Tornando al duello vero e proprio, nel corso degli anni saranno poi numerosi i duelli in Formula 1: a comnicare da quelli Prost-Senna, per passare poi a quelli tra Schumacher e Hill prima, e con Montoya, e tanti altri ancora. Eppure, nonostante questo, osservando a distanza di anni le immagini del Duello di Digione, non si può non rimaner colpiti di come probabilmente le macchine fossero decisamente meo sofisticate, e se vogliamo meno sicure rispetto a quelle odierne. D'altra parte, però, è altresi vero che la componente umana anni fa era molto più importante che mai. Ed è quella che forse, oggi come oggi nella Formula 1 odierna, rimpiangiamo un pò di più.
Rüdiger Franz Gaetano Herberhold