Questi giorni si è tornato a parlare della maledizione di Béla Guttmann. Guttmann era l’allenatore del Benfica nei primi anni Sessanta, nelle stagioni in cui il club vinse le sue prime e uniche Coppe dei Campioni (1960-61 e 1961-62). Quei due trionfi europei, seguiti al quinquennio d’oro del grande Real Madrid, sono ancor oggi gli ultimi successi continentali del club di Lisbona. «Senza di me il Benfica non vincerà mai più una coppa europea» è il famoso anatema lanciato dal tecnico ungherese al momento della tortuosa separazione con il club. Guttmann voleva un premio in denaro da parte della dirigenza del Benfica per aver vinto la Coppa dei Campioni. Ma la società disse di no, non essendoci scritto nulla a riguardo nel contratto. Guttmann se ne andò dunque sbattendo la porta e lasciandosi in cattivi rapporti con i dirigenti. Da quel successo del ’62 (era il Benfica di Eusebio), le Aquile hanno perso sette finali europee, cinque di Coppa dei Campioni e due di Coppa Uefa/Europa League. Vediamole:
1962-63: finale persa di Coppa dei Campioni
È la prima Coppa Campioni vinta dal Milan. A Wembley una doppietta di Altafini nella ripresa, ribalta lo 0-1 del primo tempo firmato da Eusebio. L’anno uno della maledizione colpisce la squadra allenata ora dal cileno Riera. Quella contro l'undici di Rocco è la prima sconfitta in finale di una lunga serie.
1964-65: finale persa di Coppa dei Campioni
Ormai Milano è diventata la capitale d’Europa. L’anno seguente al trionfo del Milan, è toccata all’Inter la gloria continentale (3-1 sul Real Madrid). E nel ’65, i nerazzurri di Helenio Herrera si concedono il bis, battendo a San Siro le Aquile di Elek Schwartz. Un gol del brasiliano Jair sul finire del primo tempo decide la partita.
1967-68: finale persa di Coppa dei Campioni
Passano tre stagioni e il Benfica si ripresenta di nuovo all’appuntamento più importante. La finale si gioca a Wembley, come nel ’62-63. Questa volta di fronte c’è il grande Manchester United di Matt Busby. Arbitra l’italiano Lo Bello. Gli inglesi sbloccano la gara con Bobby Charlton a inizio secondo tempo, ma a dieci minuti dalla fine, Graça trova l’1-1. Si va ai supplementari, ma nell'extra time lo United dilaga: George Best, Briank Kidd e di nuovo Bobby Charlton fissano il punteggio sul 4-1 per i Red Devils.
1982-83: finale persa di Coppa Uefa
Guttmann non c'è più (se ne è andato nell'agosto del 1981, all'età di 82 anni), ma il suo sortilegio continua ad agire. Nell’83, infatti, arriva l'ennesima beffa in finale, questa volta in Coppa Uefa. I belgi dell’Anderlecht sollevano il trofeo per la prima volta nella loro storia: decisivo l’1-0 di Bruxelles, in cui Brylle sigla l’1-0 a favore dei bianco-malva. Al ritorno, il Benfica (allenato dallo svedese Sven Goran Eriksson) si rimette in carreggiata con Shéu, ma l’undici di Van Himst pareggia con Lozano e si aggiudica la doppia sfida.
1987-88: finale persa di Coppa dei Campioni
Riecco il Benfica in finale di Coppa dei Campioni ed ecco l’ennesima sconfitta contro una squadra al suo primo successo. È il PSV di Guus Hiddink a prevalere sui portoghesi nella finale di Stoccarda. I tempi regolamentari si chiudono sullo 0-0. Ai rigori segnano tutti tranne Veloso: finisce 6-5 per gli olandesi.
1989-90: finale persa di Coppa dei Campioni
L’ultima finale del Benfica nel massimo torneo è quella del ’90, l’anno d’oro del calcio italiano (Coppa Campioni al Milan, Coppa delle Coppe alla Samp e Coppa Uefa alla Juventus). Al Prater di Vienna, il Milan di Arrigo Sacchi conferma la vittoria dell’anno prima e si laurea di nuovo Campione d’Europa. Un gol di Rijkaard al 68’ decide l’incontro a favore di Baresi e compagni. Eriksson, alla seconda esperienza sulla panchina dei lusitani, non riesce a spezzare il digiuno. Inutili le preghiere di Eusebio sulla tomba di Guttmann alla vigilia del match.
2012-13: finale persa di Europa League
La finale di Europa League dello scorso anno è l’ultimo capitolo della sfortuna europea del Benfica. Il Chelsea, allenato da Rafa Benitez, sconfigge la squadra di Jorge Jesus con un 2-1 che matura nei minuti di recupero. I londinesi si erano portati avanti con Torres al 60’, ma Cardozo era riuscito a pareggiare otto minuti dopo, trasformando un calcio di rigore. La rete di Ivanovic a tempo scaduto è una doccia fredda e il Benfica realizza il suo “triplete” al contrario. Arriva secondo in campionato, secondo nella Coppa di Portogallo e secondo in Europa League. La maledizione continua.
Stasera a Torino, gli Encarnados sfidano il Siviglia per cercare di spezzare l’incantesimo, che era riservato a dire il vero alla sola Coppa dei Campioni/Champions League. E visto che l’altra metà dell’anatema non si è avverata (Guttmann disse pure che nessuna portoghese avrebbe mai più vinto la Coppa dei Campioni due volte, e invece il Porto c’è riuscito), potrebbe essere la volta buona per completare il lavoro. Senza aspettare il 2062.
Giovanni Del Bianco
Nella foto, Béla Guttmann con le due Coppe dei Campioni vinte dal suo Benfica.