Francesco Guidolin si sente da sempre sottovalutato. Secondo chi lo frequenta addirittura sottovalutatissimo: come giocatore (mezzala, per parlare come negli anni Settanta, dal buon tocco, che giocò nell'Under 21 e sfiorò il Verona di Bagnoli) dimenticato dai più ma soprattutto come allenatore. In quasi 30 anni di attività ha guadagnato cifre notevoli e non è finita, visto che il contratto con l'Udinese scade nel 2017, ma mai ha ricevuto una vera offerta da parte di un club metropolitano: realtà che non ti assicurano la vittoria, ma di certo una considerazione maggiore da parte dei media. Il fisico di Guidolin è temprato dal ciclismo, ma di sicuro lo stomaco gli si deve essere rivoltato quando ha visto Ferrara avere una chance alla Juve, Stramaccioni all'Inter o Seedorf al Milan, come prima panchina nel calcio professionistico. Questa premessa, superflua per chi lo conosce bene, è doverosa per capire che Guidolin non si è dimesso da allenatore dell'Udinese a causa della pressione ambientale di Udine, peraltro inesistente (il problema di solito è proprio che non ce n'è), o di ambizioni dirigenziali (ammesso che sia capace di fare il dirigente, cosa gli importa di dare consigli al Watford o al Granada?), ma perché ritiene di avere dimostrato tutto ciò che si poteva dimostrare. Due qualificazioni ai preliminari di Champions League, solo per parlare degli ultimi anni a Udine, sono risultati pazzeschi se rapportati alle necessità aziendali, cioè il dover mettere in mostra determinati giocatori. Piccoli retroscena, che non spacciamo come esclusivi (i calciatori hanno mille canali di comunicazione): Guidolin ha mal tollerato il solito semi-sbracamento di fine stagione, non aveva più un grande feeling con Di Natale, ma soprattutto era ormai abbastanza isolato. Nessun giocatore immaginava infatti che se ne sarebbe andato, nemmeno quei pochi che leggono i giornali. Solo i Pozzo, nella persona di Gino (il figlio), forse sapevano delle sue reali intenzioni prima che venissero ufficializzate. La facile previsione è che dopo un periodo di decantazione Guidolin tornerà presto ad allenare, anche se la sua targa rimarrà sempre quella di ottimo tecnico per realtà di medie ambizioni. Eppure chi ancora giovane (adesso ha quasi 59 anni) aveva portato il Vicenza (!!!) a una semifinale europea pensava di meritare almeno un'occasione vera. Questione di giacca di buon taglio e di cricca giusta.