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Ciao Paolo

Redazione

10 giugno 2014

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È morto stanotte Paolo Facchinetti, direttore del Guerin Sportivo tra il 1990 e il 1991, e vicedirettore dal 1996 al 1998. È stato un grande, grandissimo appassionato di giornalismo e di sport, unendo le due cose nel modo migliore. Nato a Minerbio nel 1938, era cresciuto a Bologna, dove aveva conseguito la laurea e dove aveva poi svolto tutta la sua lunga attività professionale. Prima a Stadio, di cui fu anche caporedattore, e poi al Guerin Sportivo, dove era entrato nel 1982. Era stato anche caporedattore di Autosprint, di Master e direttore de I Giganti del Basket, nonché della divisione libri della Conti Editore. È stato un autore apprezzato di moltissimi libri sportivi. La redazione del Guerin Sportivo, che si stringe in queste ore alla moglie e al figlio Lorenzo, nostro amico e collega, vuole ricordare Paolo Facchinetti con l’editoriale che proprio lui scrisse al momento di firmare il primo numero da direttore del Guerin Sportivo. Era il 29 agosto 1990 e la passione di Paolo - grande, generosa e inesauribile - traspare in tutta la sua portata. Ti ricorderemo per sempre. “Non sono personaggio pubblico, per cui ritengo che al lettore poco importerà di ciò che scrivo oggi; magari invece starà più attento a come sarà il prossimo Guerino. Io stesso sono più propenso ai fatti che alle chiacchiere e dunque vorrei cavarmela solo con un sentito grazie all’Editore. Siccome però in questi casi è di rito «il discorso», per rispetto alla tradizione non posso esentarmene. Ribadisco pubblicamente la mia gratitudine a Luciano Conti per aver pensato a me al momento in cui sorgeva il problema di sostituire Marino Bartoletti: un amico, un direttore che ha contribuito in maniera determinante a tenere alto il prestigio di questa testata. Prima di accettare ho chiesto il tempo di una notte per riflettere. Accettando, rinunciavo alla mia libertà, alla possibilità di spaziare fra i più disparati servizi giornalistici e i più diversi incarichi aziendali, alla mia voglia inesausta di scrivere libri di sport. Nel contempo, accettando la proposta, avrei provato il brivido epidermico che dà il solo accostarsi all’albo d’oro dei direttori del Guerin Sportivo: una testata che da quasi 80 anni è testimone diretto dell’evoluzione di uno dei più rilevanti fenomeni sociali del secolo – lo sport – e che ha esaltato le penne più sopraffine del giornalismo nazionale. Con buona dose di incoscienza, ho risposto sì, sospinto dalla curiosità di scoprire se riuscirò a realizzare i miei personali sogni nel cassetto e dalla volontà di gratificare un Editore che mi ha fatto l’onore di affidarmi tanto incarico. Poche altre parole per presentarmi a chi mi conosce. Ho 52 anni e ho vissuto alla grande i favolosi Anni 60 traendone sentimenti di serenità e propensione all’allegria. Ho un figlio di 17 anni attraverso il quale resto immerso nella realtà di oggi e vengo proiettato nel futuro. Sono bolognese e scrivo da trent’anni. Ho praticato il calcio (giocavo in porta nei ragazzi del Bologna, ho cominciato assieme a Bulgarelli e Pascutti), l’atletica leggera (mezzofondo). Dunque, amo professionalmente e da sempre lo sport, tutto lo sport. Tanto da essermene fatto un mestiere; tanto da continuare a pensarlo – nonostante tutto – come strumento di divertimento e di sana eccitazione; tanto da ostinarmi a non volerlo accettare come fonte di nevrosi e di isterismi. Questo mio carattere – con l’aiuto fondamentale di una formidabile redazione – trasferirò nel Guerino che vengo a dirigere”.

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