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Redazione

12 giugno 2014

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Da tempo i Garrone erano con la Sampdoria in una fase di stanca, ma nessuno avrebbe mai immaginato che Edoardo ne stesse trattando la cessione dopo tanti sforzi per riportarla e tenerla ad un buon livello dopo i fasti della qualificazione Champions e il baratro della B. Invece da diversi mesi contatti a vari livelli stavano portando la Sampdoria lontano da una famiglia che ne era stata coinvolta prima come sponsor (Erg) e poi come proprietaria. Dopo 12 anni di gestione, e a un anno e mezzo dalla scomparsa di Riccardo, la società passa quindi al produttore cinematografico Massimo Ferrero per una cifra al momento imprecisabile ma con un modello già dichiarato (anche troppo): Aurelio De Laurentiis. Che, dal punto di vista calcistico, significa crescita graduale e attenzione ai bilanci. I tifosi della Sampdoria non devono insomma aspettarsi un altro Paolo Mantovani, Ferrero (romano come Mantovani padre) non porterà a Genova l'equivalente di Vialli e Mancini giovani, ma più concretamente potrebbe dare a Mihajlovic qualche giovane da valorizzare e al pubblico magari un Cassano con cui fare qualche sogno sostenibile. In realtà nessuno conosce le idee calcistiche di Ferrero, quindi qualsiasi previsione è azzardata. Dopo l'operazione Cagliari-Giulini, in mezzo ai mal di pancia di tanti proprietari storici, un altro ribaltone si è quindi materializzato e l'acquirente non è che sia un emiro. La verità è che con il calcio sono in pochissimi a guadagnare, fra gli azionisti. E appena viene meno l'entusiasmo del capofamiglia è fisiologico che il cerino acceso venga ceduto a qualcun altro.

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