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Redazione

29 giugno 2014

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Il calcio italiano e quello inglese, per non parlare di quello spagnolo, sono da buttare? L'unico aspetto negativo del Mondiale è che da un mese di partite ogni quattro anni vengono tratte conclusioni di valenza storica e cosmica, riguardanti a volte non solo il calcio. In pieni ottavi di finale qualcuno azzarda già bilanci su rapporti di forza fra continenti, nazioni 'del futuro', emergere di presunte 'scuole'. Vedremo alla fine se l'Europa fa così pena, quello che è certo e che i grandi campionati del vecchio continente hanno rinforzato nazionali di secondo e terzo mondo, dando più esperienza ai loro migliori elementi, mentre hanno in pratica distrutto le nazionali locali. Guardando la rose delle 16 qualificate agli ottavi e i club di appartenenza dei giocatori, risulta che il campionato 'del mondo' sia la Premier League con 58 elementi, davanti alla serie A italiana (45, di cui 7 nella sola Argentina), alla Bundesliga e alla Liga. E quindi? Non c'è dubbio che i calciatori stranieri facciano calare le opportunità di lavoro del calciatore locale 'medio', ma certo non di quel tipo di giocatore che farebbe la differenza per nazionali come Inghilterra o Italia. Insomma, cerchiamo scuse migliori. Fermo restando che senza sbagliare preparazione atletica, senza cedere alla mafie di spogliatoio, senza stravolgere idee tattiche portate avanti per quattro anni, senza sbagliare scelte logistiche, anche l'Italia di Prandelli sarebbe andata tranquillamente negli ottavi. Twitter @StefanoOlivari

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