Il caso di Luis Suarez ci ricorda una volta di più che il linciaggio del presunto mostro e la difesa contro ogni evidenza del mostro sono due generi giornalistici di eterno successo, non solo nel calcio. Anche se l'attaccante è di Salto e non di Brembate il discorso vale anche per lui, dopo la megasqualifica per il morso a Chiellini che gli ha tolto il Mondiale (e soprattutto lo ha tolto all'Uruguay) e 4 mesi di carriera in un momento decisivo, quello del possibile passaggio dal Liverpool al Barcellona. L'evidenza dei fatti dice che Suarez doveva essere espulso nella partita contro gli azzurri (ricordiamo che si era ancora sullo zero a zero) e che il suo gesto era molto difficile da cogliere da un arbitro privo di ausilio tecnologico: nessun complotto contro l'Italia, insomma, ma un errore che ha indirettamente condizionato la partita. Come ha detto anche Chiellini, il fallo era da espulsione ma non da super-punizione e gogna eterna… Magari con una onesta eliminazione agli ottavi, per mano della Colombia, avremmo ancora Abete presidente della FIGC (ci sarebbe da dare una medaglia a Godin, quindi) e Prandelli commissario tecnico… Il punto, dimenticando le cialtronissime e populiste dichiarazioni del presidente uruguaiano, è un altro: un morso superficiale, dettato dalla trance agonistica, è sportivamente peggio di chi sistematicamente e con piano-partita studiato a mente fredda tira capelli, dà ginocchiate al basso ventre, sputa, provoca, quando non entra direttamente sulle gambe per fare male? Chiunque segua il calcio abitualmente tende a dire di no, ma al Mondiale scendono in campo giornalisti e spettatori generici, che vogliono la mitica 'punizione esemplare'. Che con Suarez si è materializzata anche nel grottesco ritiro dell'accredito, cioè Suarez non ha potuto seguire altre partite di Brasile 2014 nemmeno come spettatore (!). Guarda caso, oltre agli stranoti morsi a Ivanovic (Chelsea) e Bakkal (PSV, quando Suarez giocava con l'Ajax) ne stanno saltando fuori diversi altri a livello giovanile, raccontati da persone che hanno ritrovato improvvisamente la memoria.
Twitter @StefanoOlivari