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Del Piero e il passaggio in India

Redazione

29 agosto 2014

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La polemica politica su Alessandro Del Piero che va a giocare tre mesi in India ricorda come pretestuosità quelle sui possibili boicottaggi di Mondiali (in qualsiasi sport) o Giochi Olimpici ospitati da paesi in cui i diritti civili sono un optional, dalla Cina a qualche ridicolo ma purtroppo ricco emirato. Ovviamente questi gesti autolesionisti vengono chiesti solo agli atleti, non a chi fa affari a ben più alto livello con questi stati canaglia. Il caso dell'India è un po' diverso, prima di tutto perché stiamo parlando di una democrazia e poi perché non si capisce cosa avrebbe portato di buono ai due marò italiani lì detenuti il rifiuto delle proposte dei Delhi Dynamos da parte dell'ex bandiera della Juventus. Se la questione non fosse seria, soprattutto per i due militari italiani Latorre e Girone al centro di una vicenda dove il semplice accertamento dei fatti si mescola a cavillosità di diritto internazionale, ci sarebbe da riproporre la famosa battuta di Stefano Ricucci... Esisterebbero, in teoria, un ministro degli Esteri come la Mogherini e uno stuolo di diplomatici. Quindi o chiudiamo le relazioni politiche e commerciali con l'India, oppure (Fratelli d'Italia, ma non solo) non criminalizziamo Del Piero che a 40 anni va a raccattare gli ultimi (ma forse penultimi, una volta salutata l'Australia e tenuta in stand-by la Honved la prospettiva sembra quella della MLS americana) soldi in un paese che da sempre viene definito emergente, secondo i canoni del terzomondismo giornalistico. Ma cos'è l'Indian Super League? Visto che prima della firma di Del Piero non se ne era mai sentito parlare fuori dall'India...  È una lega appena nata, con una formula molto interessante e simile a quella della MLS: 8 squadre, niente retrocessioni e apertura solo a club in possesso di certi requisiti di bacino di utenza. La differenza con gli USA è che la Indian Super League, che si gioca da ottobre a dicembre, non sarà l'unico 'massimo campionato' indiano, ma in pratica coabiterà con la cosiddetta I-League, campionato di 10 squadre che potremmo definire 'federale' e apparentabile alla nostra serie A fra retrocessioni e promozioni dalle categorie inferiori. Nella lega in cui andrà a giocare Del Piero c'è inoltre il draft, ben conosciuto negli USA ma non certo nella MLS. Diviso in due parti, per giocatori indiani (la maggior parte dei quali giocava già nel campionato 'rivale', con partite da gennaio a maggio) e stranieri, si pone come obbiettivo dichiarato quello di non avere alcuna squadra dominante né nel breve né nel lungo periodo. Una complicazione è che il draft ha riguardato solo 6 squadre su 8, quelle di nuova formazione, perché due (Goa e North East United) arrivano dalla I-League ed hanno mantenuto le rose. Curioso è che in India, cuore asiatico del fu impero britannico, si guardi più all'America (la MLS sta vivendo una fase di grande espansione: le sue 19 squadre dall'anno prossimo diventeranno 21 e dal 2017 22) che alla Premier League. Non è un problema di Del Piero, nemmeno questo, visto che ad inizio 2015 sarà sicuramente altrove. Speriamo valga anche per i marò. Twitter @StefanoOlivari

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